“È stato approvato l’ordine del giorno a firma mia e del collega Zucconi che dà mandato al governo italiano di rappresentare a Bruxelles la volontà generalizzata del Parlamento per non abolire il mercato energetico tutelato, rinegoziando le posizioni del precedenti governi. In cambio del Pnrr furono infatti approvate misure capestro per l’Italia di cui l’abrogazione del mercato tutelato è solo un elemento. Del resto la Francia ha un prezzo amministrato e calmierato che è più efficace della nostra maggior tutela. La Germania scuda i cittadini dando loro soldi e imponendo un tetto al prezzo dell’energia per famiglie e imprese. La Spagna ha imposto un tetto al prezzo dell’energia e oggi ha le tariffe più basse d’Europa, mentre le nostre sono il triplo (42 cent/kwh contro 17…). Per non parlare delle nazionalizzazioni di EDF e UNIPER (le Eni francese e tedesca). Grandi sforzi per tutelare i cittadini di quelle nazioni che possono trovare strumenti corrispettivi in Italia, nonostante l’operato dei governi precedenti.
Perché l’Italia non dovrebbe scudare consumatori e imprese da un libero mercato che prevede fino al 78% in più di rincari, perché non dovrebbe mettere in campo strumenti per fermare le attività speculative, perché dovrebbe lasciare campo libero si giganti dell’energia?
Se a questo punto l’Ue non dovesse rendersi disponibile a trattarci come gli altri partner europei gli 11 milioni di consumatori che subiranno l’esplosione delle bollette con il passaggio a libero mercato sapranno con chi prendersela, certo non con Giorgia Meloni e FdI che quegli accordi li hanno subiti.
Ringrazio il governo per aver alla fine dato una formula rispettosa della mia volontà e apprezzo l’astensione dell’opposizione su questo ordine del giorno, che rende il governo più forte nel dialogo con la Commissione europea”.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia, commentando il via libera al suo ordine del giorno, il numero 81, con cui si dà mandato al Governo di negoziare in sede europea il differimento del termine del mercato tutelato.