Dl Ristori, Balboni (FdI): svilito ruolo magistratura onoraria, governo intervenga in nome della domanda di giustizia

Con lo svuotacarceri migliaia di delinquenti in libertà

 

“In ben 4 decreti contenuti nel dl ristori non vi è alcun provvedimento in favore della magistratura onoraria. I magistrati onorari sono privi di qualunque tutela, non hanno ferie, non hanno previdenza nè assistenza sanitaria se si ammalano di Covid, sono pagati a cottimo e la maggioranza ha respinto un mio emendamento per riconoscerli almeno un indennizzo di 1500 euro. Anche la Corte Europea ha riconosciuto il ruolo di questi magistrati e recentemente anche l’Anm ha preso posizione a loro favore, e questo perché la funzione di 5mila magistrati onorari risponde a quella domanda di giustizia di cui in Italia si sente un gran bisogno. Sono esterrefatto della risposta del ministro Bonafede che in un atto ufficiale ha svilito il loro ruolo perché andrebbe contro la magistratura professionale, dimenticando che senza l’apporto dei magistrati onorari la giustizia si bloccherebbe, compreso l’ufficio del giudice di pace che oggi, rispetto al passato, esercita un ruolo fondamentale per alcune tipologie di reato come quelle relative all’immigrazione clandestina”.

E’ quanto ha dichiarato in aula nel corso del suo intervento sul dl Ristori il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, vicepresidente della Commissione Giustizia.

“Manca poi in questi decreti una seria visione sul mondo carcerario. Tra liberazioni anticipate e detenzione domiciliare – osserva Balboni – ci saranno migliaia di criminali messi in libertà. I criminali ringraziano, i cittadini meno perché si preoccupano della propria sicurezza. In questo decreto viene inoltre consentito di mettere ai domiciliari i detenuti senza nemmeno valutare il pericolo che il condannato si dia alla fuga o torni a delinquere. In questo scenario ci sono poi gli agenti di custodia che vengono tartassati, mandati allo sbaraglio senza strumenti necessari e costretti a turni massacranti: a loro va tutta la nostra solidarietà”.

“Mi auguro – conclude Balboni – che questa aula voglia prendere coscienza di tutto questo e dare una risposta che sia adeguata alle problematiche sollevate”.

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