“Il parere dell’Ufficio del Massimario della Cassazione sul Dl sicurezza non fa giurisprudenza, si rassegni la sinistra, ma il segnale che è mandato da una struttura che svolge una funzione di studio e supporto per l’attività giurisprudenziale dei giudici è grave. La relazione poggia pesantemente ed in modo esplicito sull’appello ‘per una sicurezza democratica’ di Articolo 21, l’associazione coordinata dall’ex deputato di PDS e Ds Giuseppe Giulietti (pagina 7 e seguenti della relazione). Il Massimario della Cassazione ha operato per copia/incolla attingendo a piene mani dall’appello di Articolo 21. Con una chiusura del cerchio perfetta, uscita la relazione in Cassazione, Articolo 21 sempre a firma di Giulietti chiosa: ‘La Cassazione (senza specificare che non si tratti di alcuna sentenza, ma di un parere di un ufficio tecnico, come si è visto parere molto viziato, ndr) ha fatto a pezzi nel metodo e nel merito il decreto sicurezza. La maggioranza ormai, ritiene di essere proprietaria dello Stato e delle istituzioni’.
Il cortocircuito fra uffici tecnici della Cassazione e rete delle associazioni di sinistra appare ormai conclamato. Giulietti nel suo esultare per l’obiettivo raggiunto di avere ispirato l’ennesima ondata di speculazione antigovernativa non lo ha nascosto: ‘La Corte di Cassazione i punti di quell’appello li ha ritenuti non solo fondati, ma ha riportato nel testo della relazione ampi stralci di quel testo’. Lavoro già fatto. E da qui il delirio di onnipotenza di Giulietti che parla ‘di un clima tossico e securitario’ avvertendo in modo inquietante: ‘Spetta a ciascuno di noi alzare la voce … impedire la distruzione della Costituzione antifascista’. Per ora pare che l’obiettivo sia solo quello di colpire la libertà di azione in discontinuità con il passato di governo e Parlamento. Una valutazione sull’indipendenza degli uffici studi e di supporto all’attività dei magistrati di Cassazione probabilmente si renderebbe utile se non necessaria”.
Lo dichiara il deputato Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Affari Costituzionali.