“Le giustificazioni rilasciate alla stampa dal ministro Dadone rispetto all’aver relegato ai margini i rappresentanti delle comunità terapeutiche alla ‘Conferenza Nazionale sulle droghe’ è una chiara ammissione di colpa. La Ministra fugge dalle proprie mancanze, tirando in ballo fumosi ‘problemi organizzativi ed esigenze istituzionali’ che “non consentono far salire sul palco per un confronto” il mondo del privato sociale e dei servizi, una giustificazione che mi ha fatto sobbalzare sulla sedia per la sua assurdità. Due sono le cose: o la Dadone è totalmente incapace di organizzare un evento che rientra nell’esercizio della Delega per le politiche antidroga, oppure ha deciso scientemente di escludere dalla presenza una parte delle realtà protagoniste nel combattere ogni giorno per recuperare e reinserire socialmente le persone con dipendenze patologiche, troppo spesso non adeguatamente sostenute dalle Istituzioni. Una scelta inconcepibile, ma che non stupisce dato che nella Legge di Bilancio sono previste solo briciole, ovvero 2 milioni di euro, per la lotta alle tossicodipendenze; uno stanziamento misero sul quale sono intervenuta con un emendamento che prevede risorse pari a 50 milioni di euro. La battaglia alle dipendenze patologiche è una cosa seria che non può essere vinta con incompetenza e superficialità , ma che necessita di risorse adeguate e pieno coinvolgimento di chi è impegnato in prima linea ovvero coloro che la Dadone ha escluso.”
Lo dichiara Maria Teresa Bellucci, deputato, capogruppo FdI in Commissione affari sociali e Responsabile dipartimento dipendenze e terzo settore.