Droga, tolleranza zero di FdI: arriva la stretta e pene più severe

Fratelli d’Italia è da sempre contro qualsiasi uso di qualsiasi tipo di droga, senza eccezioni.
Lo afferma e dimostra da anni, non solo con la annuale celebrazione della Giornata Internazionale contro la droga, attraverso numerose iniziative sul campo, ma lo ha ribadito anche stando al Governo, attraverso le parole del leader (oggi Presidente) Giorgia Meloni. Infatti, proprio in un convegno tenutosi lo scorso 26 giugno il premier, nonostante alcune scenette di protesta, ha confermato: “Voglio ribadire dei concetti lapalissiani e banali, sapendo che posso diventare oggetto di polemica, ma sono abituata a difendere ciò in cui credo. Il primo è che la droga fa male sempre e comunque, ogni singolo grammo di principio attivo si mangia un pezzo di te. Le droghe fanno male tutte, non esistono distinzioni, chi dice una cosa diversa dice una menzogna. Dire che ci sono droghe che possono essere usate è un inganno”.

Ed è esattamente con il Governo Meloni che si è iniziato ad agire in maniera più ferma su questo tema, troppo spesso drammatico per coloro che sono vittime della droga, per i loro amici, per le loro famiglie.

Nell’ottica di ricostruire una società che non ammette l’uso di sostanze stupefacenti – e quindi il loro abuso- l’esecutivo di centrodestra ha approvato negli ultimi mesi il cosiddetto Decreto Caivano, che, tra l’altro, per combattere la baby criminalità (dopo gli episodi di violenza contro due cugine minorenni del napoletano), prevede l’arresto in flagranza per spaccio di lieve entità.

A tornare su questo decreto è stata la Commissione Giustizia e Affari costituzionali del Senato, che nella giornata di ieri -25 ottobre- ha discusso sull’attenuante per la “lieve entità”.

L’emendamento di Fdi

Ricostruendo brevemente i fatti, emerge che Fratelli d’Italia mirava ad aggiunge un comma a quello della legge sugli stupefacenti che prevede una attenuante quando si è in presenza di un fatto di “lieve entità”, sia essa la cessione o la coltivazione o qualsiasi altra azione riguardante le droghe. Si chiedeva dunque: “non possono considerarsi di lieve entità i fatti con finalità di lucro”.
Il senatore Lisei, primo firmatario dell’emendamento, ha spiegato che la proposta “mira a contrastare lo spaccio di strada, anche perché purtroppo oggi la giurisprudenza tende a considerare troppe cose di lieve entità”.  

 In un primo momento il governo ha dato luce verde a tale emendamento, ma ha poi deciso di modificare e continuare il lavoro in altro modo. Ecco quindi presentato un proprio emendamento che non ha ritoccato l’attenuante ma ha aumentato la pena minima da 6 mesi a 18 per i fatti di lieve entità. Un segnale forte che comunque non ammette scuse ai reati connessi alle droghe.

Ai commenti delle opposizioni rispondono i dati

Inevitabile l’insorgere delle opposizioni.     
Il capogruppo Pd in commissione Giustizia, Alfredo Bazoli ha obiettato: “Così si mettono sullo stesso piano Pablo Escobar e lo studente che si rivende una canna al compagno. Salta il principio di proporzionalità, ed è palesemente incostituzionale. Oltretutto finiamo per riempire le carceri italiane di studenti un po’ incauti”. In prima linea anche Riccardo Magi, segretario di Più Europa: “Siamo di fronte a una follia giuridica. Già oggi in sette casi su dieci pur con l’applicazione della lieve entità si finisce in carcere e servirebbe quindi un intervento di depenalizzazione che distingua tra le diverse sostanze come chiede la nostra proposta di legge numero 71 depositata alla Camera”.

Per rispondere a tali accuse basta esporre pochi ma significativi dati, grazie ai quali ben si comprende l’azione voluta dal Governo nel contrasto alle droghe.

Innanzitutto, va ricordato che a luglio il sottosegretario Alfredo Mantovano aveva inviato una relazione annuale sulle tossicodipendenze al Parlamento. Il fenomeno analizzato da un punto di vista dei consumi appare in aumento sia nella fascia 18-64 anni che in quella 15-19 anni. In particolare, preoccupante è l’incremento nella fascia giovanile rispetto ai dati riferiti al 2021 (aumento dei consumi dal 18,7% al 27,9%) con un aumento rilevante soprattutto per cannabinoidi sintetici e Nps.

Infine, il Rapporto Mondiale sulla Droga 2022 dello United Nation Office of Drugs and Crime ha confermato il sensibilissimo aumento nella coltivazione e nel traffico di cocaina, nonché l’esponenziale crescita nella produzione e commercializzazione delle Nuove Sostanze Psicoattive, individuando nella popolazione giovanile a livello planetario il “target” privilegiato per l’offerta delle sostanze stupefacenti e riconoscendo necessarie nelle Agende dei Governi le decisioni condivise in tema di politiche di prevenzione, cura e contrasto alle droghe illegali per la tutela della salute delle popolazioni.

Quello dello spaccio e dell’uso (o meglio, abuso) di droghe- senza alcuna distinzione- è dunque un problema considerevole che coinvolge milioni di persone, e che tragicamente include anche moltissimi giovani. L’azione di stretta da parte del governo è quindi non solo necessaria, ma indispensabile affinché si realizzi un sistema in cui la droga non sia più la soluzione, ma l’alternativa da scansare ad ogni costo.

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