È possibile un attacco diretto dell’Iran a Israele

I servizi segreti israeliani ritengono che il peggio non sia passato e hanno ragione da vendere. Oltre alla guerra in corso nella Striscia di Gaza, agli assalti di Hezbollah dal Libano e alle minacce presenti in territorio siriano, l’Iran annuncia apertamente di voler attaccare Israele. Gli ayatollah di Teheran affermano di voler vendicare la morte del Generale dei Pasdaran Mohammad Reza Zahedi, ucciso a Damasco da un raid che gli iraniani hanno subito attribuito a Israele. Zahedi, per dirla in parole semplici, era un pezzo grosso della teocrazia iraniana, allo stesso livello del Generale, anch’egli ai vertici dei Pasdaran, Qasem Soleimani, eliminato a Baghdad dalle forze americane nel gennaio del 2020, durante la presidenza di Donald Trump.

L’alto ufficiale morto a Damasco, era uno dei comandanti più anziani delle Forze Quds, che sono sostanzialmente il settore del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica, i Pasdaran, appunto, alle dirette dipendenze della Guida Suprema Ali Khamenei, impegnato in attività al di fuori dei confini dell’Iran. Le Forze Quds costituiscono un serio pericolo per la sicurezza di Israele e anche per quella degli Stati Uniti, perché, penetrando in Paesi dell’area mediorientale e limitrofi allo Stato ebraico, compiono azioni militari, terroristiche e di sabotaggio verso obiettivi israeliani e interessi statunitensi, quindi, se possono e a maggior ragione in questo momento, sia Washington che Gerusalemme provvedono ad annientarne i vertici. Dopo l’uccisione di Soleimani, l’Iran reagì lanciando missili su due basi USA in Iraq e purtroppo si verificò il tragico abbattimento per errore del volo Ukraine International Airlines 752, ma poi Teheran si fermò. Ora, viene ritenuta concreta la minaccia di un attacco diretto iraniano in Israele o presso le sue ambasciate nel mondo, che sono state chiuse quasi tutte per precauzione, inclusa quella di Roma.

Dalla presa del potere nel 1979, gli integralisti islamici di Ruhollah Khomeini hanno nociuto spesso alla sicurezza di Israele e dell’Occidente, ma in tante circostanze si sono mossi in maniera indiretta, finanziando Hezbollah, Hamas ed altre entità terroristiche simili, ma adesso si teme una mobilitazione diretta da parte di Teheran, che, secondo molti analisti e 007, sia israeliani che americani, non può accettare di subire una seconda umiliazione, dopo quella del Generale Qasem Soleimani, senza reagire su vasta scala, pena il ridimensionamento delle mire di potenza regionale che contraddistinguono la teocrazia fondamentalista. Ci sono dubbi, presso la Casa Bianca, in Europa e pure all’interno di Israele, in merito all’andamento delle operazioni militari nella Striscia di Gaza, ma se lo Stato ebraico dovesse cadere vittima di una pesante offensiva iraniana, l’Occidente non potrebbe che schierarsi, senza se e senza ma, con Gerusalemme e il Governo di Benjamin Netanyahu.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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