È tutto sottosopra…

In una situazione drammatica come quella italiana all’inizio di questo terzo millennio, con un’economia traballante, migliaia di posti di lavoro che non si sa se vedranno l’anno nuovo, un carico fiscale da far impallidire un mulo della prima guerra mondiale e decine di migliaia di altri problemi che sarebbero da risolvere se solo si sapesse dove cominciare a mettere le mani, ecco arrivare dal Parlamento la notizia che il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha comunicato all’Aula il giudizio di inammissibilità delle norme che riguardano la cannabis light, la tobin tax (una nuova gabella con un’aliquota per la verità ridicola, lo 0,04% su alcune operazioni finanziare online), e lo slittamento da luglio 2020 al primo gennaio 2022 della fine del mercato tutela dell’energia. Tre notizie che dovrebbero essere tutte accolte positivamente. La Tobin tax perché una gabella di meno è sempre meglio di una gabella di più ma, in ogni caso, qui si perderebbe più tempo a stilare i procedimenti burocratici che altro. Lo slittamento del mercato tutelato, altro passaggio da non sottovalutare, in un Paese dove il rischio che le grandi aziende facciano cartello e gli italiani finiscano per pagarne il fio, non sarebbe male dare qualche informazione in più su tutta la questione, prima di mandarla in onda. Per finire, poi, cannabis light. E qui bisogna fare una puntualizzazione. Al di là dei due senatori grillini che sono saltati sui banchi scoprendo in questa fase l’inammissibilità della cosiddetta liberalizzazione della cannabis ligt e che il parere negativo della Casellati non è dovuto a pressioni politiche subite, corre l’obbligo di spiegare che quella della Presidente del Senato è una decisione esclusivamente tecnica. L’emendamento dichiarato inammissibile è quello riguardante la legge 242/2016 (coltivazione della Cannabis sativa L,), e questo perché l’emendamento è di natura ‘ordinamentale’ visto che estende l’ambito di applicazione previsto da quella normativa anche alla vendita della canapa anticipandone, di fatto, la liceità. Per questo motivo è un tipo di operazione che non è tecnicamente possibile inserire in un comma della Legge di Bilancio – come prescritto dalla Corte Costituzionale – perché “disciplina in maniera del tutto innovativa” un intero settore dell’ordinamento.
Per questo tipo di intervento, è necessario un apposito disegno di legge. E non a caso la Presidente Casellati si è limitata a dire ai due scalmanati grillini che la contestavano, una breve frase che riassumeva in sé la soluzione al problema: “La mia è una decisione tecnica, ma se ritenete questa misura importante per la maggioranza fatevi un disegno di legge”. Sempre che i grillini sappiano come si fa, visto che sulle procedure non sembrano molto presenti. Almeno mentalmente parlando.
E fino a qui ecco la prima scarna considerazione: con tanti problemi noi si discute di cannabis light, e si perdono giornate su questioni di lana caprina. In compenso, però, è un po’ come tenere la testa infilata nella sabbia perché se stai dietro a certe scemenze magari non ti accorgi delle nefandezze che vengono perpetrate alla luce del giorno, e che magari sono spacciate per operazioni culturali. E’ il caso di un indegno e blasfemo manifesto apparso in questi giorni. E’ stato affisso all’esterno del Macro di Roma, Museo di arte contemporanea. Il poster mostra un’immagine di Gesù in evidente stato di eccitazione mentre impone le mani su un bambino inginocchiato davanti a lui. Il tutto completato dalla scritta in grande Ecce Homo, e più in piccolo Erectus. Insomma, un’illustrazione di una violenza e una volgarità inaudita anche per chi non è credente ma comunque rispetta il credo altrui. Lo stesso manifesto era già comparso nella capitale tempo fa. All’epoca i manifesti furono due, oltre a Ecce Homo Erectus erano stati affissi poster con due donne a rappresentare però due Madonne con in braccio un bimbo e la scritta Immaculata Conceptio in Vitro. La presunta “performance” artistica fu rivendicata da due artisti di strada, Hogre e DoubleWhy, rappresentanti del subvertising, ovvero lo stravolgimento dei messaggi di cartelloni pubblicitari mediante interventi che ne alterano il messaggio finale non condiviso. Hogre, ritenuto l’autore di Ecce Homo Erectus, fu anche accusato di “offesa alla religione dello Stato”.
Per fortuna l’indegna operazione è stata immediatamente notata da esponenti di Fratelli d’Italia, che si sono rivolti immediatamente alla sindaca Raggi per far rimuovere l’osceno manifesto. A togliere il poster ci ha pensato l’Azienda Spciale Palaexpo, che ha fatto seguire l’operazione da un comunicato: “L’Azienda Speciale Palaexpo, azienda che per sua missione promuove ogni giorno la cultura e il rispetto critico della libertà artistica e di espressione, si dissocia dal messaggio del manifesto e comunica che lo stesso è stato rimosso”. Dunque, da questi ‘illuminati’ che si occupano di arte e cultura, solo dissociazione ma nessuna ritorsione verso i responsabili, come invece è avvenuto nel caso del disegnatore Mario Improta. Il povero Improta aveva avuto l’ardire di ritrarre la Gran Bretagna in uscita dalla UE come un bambino felice in fuga da un campo di concentramento. E’ bastato quindi paragonare la UE a un campo di concentramento, anche se in modo satirico, per far perdere il lavoro al disegnatore Improta che si è visto subito revocare l’incarico dalla solerte Raggi. Una che è sempre precisa e puntale nelle sue azioni, quando le fa comodo, vedi lo sfratto alla sede di Colle Oppio di Fratelli d’Italia che pur pagavano l’affitto, e le decine di centri sociali di sinistra ancora aperti in città, in luoghi pubblici occupati dove non solo non pagano nulla ma spesso si sfregano anche luce e acqua ed esercitano vere e proprie attività commerciali.
E pensare che queste sono solo un paio di notizie “leggere” nel panorama deprimente di un’Italia alla deriva.

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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