I leader dei due maggiori partiti di opposizione, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, fanno a gara a chi pronuncia le banalità più disarmanti, accompagnate anche da allusioni gratuitamente offensive e non accompagnate invece, da critiche degne di attenzione e dalla indicazione di alternative percorribili a quanto sta facendo il Governo Meloni, come dovrebbe capitare in democrazia. Elly Schlein ha già avuto modo di esternare il suo no aprioristico alle riforme istituzionali sostenute dalla maggioranza di centrodestra, premierato e Autonomia differenziata, invitando i suoi a sacrificare addirittura i loro corpi per sbarrare la strada ad un progetto ignominioso che spaccherebbe l’Italia, schiaccerebbe le Regioni povere a vantaggio del ricco Nord e trasformerebbe il Quirinale in un monumento commemorativo. Tutto questo scempio, per un “cinico baratto” fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Pensare che la premier Meloni, romana doc e leader di una destra sempre considerata fin troppo nazionalista e centralista proprio da PD e compagni, sia diventata all’improvviso più secessionista degli Schutzen tirolesi, fa abbastanza sorridere, ma tant’è. Giuseppe Conte, forse invidioso delle brillanti, si fa per dire, uscite della Schlein, non ha voluto essere da meno e si è spinto a riesumare persino la P2, la celebre loggia massonica deviata di Licio Gelli, salita agli onori della cronaca negli anni Ottanta. Per il capo del M5S una parte importante della riforma della Giustizia portata avanti dal Governo, ossia, la separazione delle carriere dei magistrati, fa tornare in mente alcuni degli obiettivi che si prefiggeva la loggia Propaganda due. PD, M5S e associati, non molto felici evidentemente delle affermazioni elettorali e politiche di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia, hanno già scaricato sulla premier e sul Governo una miriade di denigrazioni, dallo scontato fascismo al razzismo, dall’egoismo pro-ricchi alla voglia di assoggettare l’informazione, e mancava giusto l’accusa di piduismo, popolare invece, ai tempi di Silvio Berlusconi, definito, in particolare da Antonio Di Pietro, piduista, mafioso, golpista e finanche simile al sanguinario Generale argentino Jorge Rafael Videla. Conte non meriterebbe neppure una risposta circostanziata perché ha semplicemente formulato una scemenza, ma qui siamo pignoli e ricordiamo che la P2 destò scandalo, spingendo anche alla formazione di una commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Tina Anselmi, non tanto per gli obiettivi puramente politici elencati nel famoso Piano di rinascita democratica, quanto per il metodo occulto ed eversivo, per la programmata affiliazione di uomini dello Stato, (politici, militari, appartenenti alle Forze dell’Ordine), che fecero pensare a tentazioni golpistiche. Più il metodo del merito, censurato pure dalla massoneria ufficiale, dal Grande Oriente d’Italia, che espulse la loggia di Gelli ancora prima della deflagrazione mediatica. In quel Piano di rinascita della P2 vi erano idee che poi sono state riprese da quasi tutti i partiti politici, PD compreso, ma ciò non significa affatto che la P2 viva ancora e lotti fra noi. Alcune soluzioni sono state rilanciate nel dibattito politico perché, se ci pensiamo bene, ormai lontanissimi da quegli anni, non contenevano nulla di demoniaco. Si parlava di bipartitismo, semplificazione della politica sì, ma non certo dittatura. Era il modus operandi di Licio Gelli e dei suoi ad inquietare. Tanto per dirne una, la P2 voleva l’abolizione delle Province, che è poi stata fatta davvero, dal Governo di Matteo Renzi, allora premier e segretario del Partito Democratico, alleato, un po’ problematico, di Giuseppe Conte. Demonizzare l’avversario con stupidaggini e non contribuire mai ad arricchire il confronto fra opposti schieramenti, non porta voti. Succedeva nell’era berlusconiana e capiterà di nuovo in quella meloniana.
La siccità degli scorsi mesi ha prodotto una drammatica aridità nelle celluline grigie di molti personaggi con incolto cervello oggi sulla scena e la loro fantasia ha subìto un blocco tale che pescano qualche vocabolo qua e là e poi lo mettono, insieme ben centrifugato, ma non sono in grado di proporre un qualcosa di serio. Con elementi di questa ‘elevatura’ GIORGIA, FdI ed il centro-dx potranno governare per decenni. Lunga vita a tali oppositori.
Ricordo la storia della P2.
E’ stata una gigantesca caccia alle streghe tipica del modo di fare politica del comunisti da Stalin al PD, anche se ci si è messa una fanatica religiosa come la Anselmi. Ricordate Trotski e tutti gli altri leader boscevichi eliminati da Stalin con accuse ed autoaccuse strappate con la tortura e la costrizione? La sinistra inventa un nemico da odiare e la lotta politica diventa la ricerca dell’eliminazione fisica dell’avversario. Ci hanno provato e ci sono quasi riusciti con Berlusconi. Indagini fiscali, penali, manifestazioni e minacce aperte. Come dimenticare. Il grande Silvio però alla fine è restato in piedi.
La storia della P2 si inserisce in questo filone. Sicuramente i piduisti costituivano una lobby rivolta ad acquisire vantaggi politici ed economici per i propri adepti.
L’Italia, come tutti i paesi liberi, è piena di lobby.
Ma un conto è l’attività lobbistica, un altro è commettere reati.
Già allora, e men che meno adesso, non ho mai capito di cosa fosse accusata la P2 o loro esponenti.
Un reato è un reato, va chiamato con il suo nome: Tizio piduista ha rubato a Caio, oppure ha corrotto Sempronio per ottenere vantaggi illeciti, oppure ancora ha pagato per comprare voti, che ne so?
Niente. Solo fumisteria. “Volevano influenzare …”. “Progettavano un calpo di Stato (!!!)”, stupidaggini di questa portata.
Complimenti Conte.
Rimesta pure nel torbido, l’unico che si sporca sarai tu.
Con affetto
Alessandro