Ecologisti sporcaccioni

Gli estremisti che si fanno passare per ambientalisti e unici difensori di un pianeta prossimo a scomparire, dietro al poco ottimistico marchio di Ultima Generazione, sono attivi soprattutto in Germania, Italia e Austria, ma compiono le loro dimostrazioni o per meglio dire, le loro dannose bravate un po’ in tutta Europa. L’ultimo blitz è avvenuto al Louvre di Parigi dove due brave ragazze hanno gettato della zuppa contro il vetro blindato che, fortunatamente, protegge la Gioconda di Leonardo da Vinci. A dire il vero, l’azione vandalica è stata rivendicata dal gruppo francese “Riposte Alimentaire”, ma non c’è differenza tra questi e gli invasati di Ultima Generazione. In Italia sono stati bersagliati con vernici, uova ed altro monumenti e sedi istituzionali come il Senato della Repubblica. Ogni tanto, nelle principali città italiane, alcuni di questi sedicenti attivisti si sdraiano a terra su strade e tangenziali per ricordare al mondo che la sua fine è vicina, ma bloccando di fatto solo il traffico. Sono tipici militanti e casinisti di estrema sinistra, e siccome la rivoluzione del proletariato pare un poco obsoleta, ci si dedica all’ambientalismo catastrofico. L’idiozia è massima perché ci si accanisce intanto su cose e persone del tutto incolpevoli. Ammettiamo per un attimo, ma, intendiamoci, solo per un attimo, che questi integralisti dell’ecologismo abbiano ragione. Ebbene, in ogni caso, quali colpe avrebbero, in relazione al cambiamento climatico, il povero Leonardo da Vinci, i monumenti storici italiani, il tapino che affronta una tangenziale, magari già intasata di suo, per recarsi al lavoro e l’autotrasportatore che macina chilometri al fine di portare a casa un pezzo di pane? Oltre alla individuazione di target sbagliati, c’è una forma di violenza, non ancora divenuta fisica al momento, che dimostra innanzitutto disprezzo per la Storia e la cultura della nostra civiltà, provoca danni materiali a carico del contribuente, (questi giovanotti non pagheranno mai la ripulitura dei monumenti imbrattati di vernice), e impedisce la libera circolazione delle persone. Si può essere paladini dell’ambiente e poi rovesciare vernici nelle città? Per gli adepti di Ultima Generazione la risposta è sì perché questi talebani green assicurano di utilizzare solo vernici ecologiche, eliminabili, insomma, con un colpo di tosse. Sarà, ma sono sempre stati quantificati danni, anche per migliaia di euro, ad ogni loro azione. Bloccare le strade provoca inconvenienti economici e pericolo. Perdere ore di lavoro perché si è intrappolati su una strada sbarrata da quattro o cinque perdigiorno, significa perdere anche denaro. Sulle strade si spostano anche coloro i quali, molti di essi non più giovani, escono di casa per controlli medici e visite specialistiche, e non dimentichiamo naturalmente i malati oncologici. Una via di comunicazione bloccata può rivelarsi fatale per un’ambulanza o altri mezzi di soccorso. Occorre scoraggiare sempre più le gesta vandaliche di tali personaggi e l’Italia si sta muovendo nella giusta direzione. Il ddl cosiddetto eco-vandali, presentato da Fratelli d’Italia e sostenuto dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, è diventato legge. D’ora in poi, imbrattare e danneggiare in qualsiasi modo i beni culturali in Italia, comporterà severe sanzioni e, nei casi più gravi, anche il carcere. Sono finite le coccole, promosse dalle sinistre, per i ragazzi di Ultima Generazione, considerati finora dei discoletti comunque non punibili. A proposito della sinistra, si è discusso settimane, con ampia indignazione, sui saluti romani di Acca Larentia, ma non è mai giunta da quella parte una benché minima presa di posizione contro chi deturpa il patrimonio storico italiano e si sdraia sulle tangenziali. Durante la commemorazione della strage di Acca Larentia, sarebbe stato opportuno qualche Eterno Riposo in più, per le tre giovani vittime, colpevoli solo di avere la tessera del Msi, e qualche saluto romano in meno? Sì, non abbiamo timore a scriverlo, ma il saluto romano non danneggia le opere d’arte e non costringe nessuno ad assistervi.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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