In merito alle elezioni in Iran il senatore di Fratelli d’Italia, Giulio Terzi (FdI) ha dichiarato: “Si preannuncia un tasso di astensione altissimo nelle elezioni in corso in Iran. Elezioni che l’opposizione e la diaspora iraniana, come anche autorevoli osservatori quali il premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, non esitano a definire una farsa. Sono soltanto sei, infatti, i candidati ammessi dal regime sui circa 80 che si erano registrati alle presidenziali indette dopo la morte del presidente Ebrahim Raisi. Tra i sei candidati ammessi dal Consiglio dei Guardiani, l’organismo nominato da Khamenei che esamina e seleziona i candidati, figura un solo “riformista”. Si tratta di Masoud Pezeshkian, medico, deputato ed ex ministro della sanità, la cui ammissione rientra nel goffo tentativo del regime di dare una parvenza di autenticità alla competizione elettorale.
La sua presenza è meramente decorativa dato che il favorito a succedere a Raisi è il presidente del parlamento, Mohammad Baqer Qalibaf. Un altro candidato di spicco è Saeed Jalili, ex consigliere per la sicurezza nazionale, religioso intransigente molto vicino al Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC) che esercitano un’imponente influenza anche sul processo elettorale. Una presenza asfissiante quella delle IRGC che è stata denunciata anche in un’importante audizione nella giornata di ieri presso la Commissione per la Tutela dei Diritti Umani del Senato della Repubblica in cui sono stati ascoltati tre attivisti per i diritti umani in Iran, Neguin Niknaam, Sadaf Baghbani e Ashkan Khatib. Dopo aver ricordato che negli ultimi due mesi sono continuati ad aumentare sia i prigionieri politici sia i decessi tra i manifestanti, i tre attivisti hanno ribadito l’invito a non negoziare con il regime di Teheran, stigmatizzando la “diplomazia degli ostaggi” praticata da Teheran e sottolineando soprattutto la necessità di sanzionare l’IRGC in quanto forza politica, economica, logistica e militare dominante del regime”.