Elly nel paese delle Meraviglie: perde, ma canta vittoria

Il leader (?) del Partito Democratico canta vittoria a seguito dei risultati dei 5 Referendum. Avrà seguito il bianconiglio nel paese delle meraviglie, perchè a noi risultano altri esiti.

C’è chi, dopo una sconfitta, riflette e ricalcola la propria strategia. E poi c’è Elly Schlein, che, davanti a una sonora bocciatura, esulta. Come Alice, sembra caduta nella tana del Bianconiglio: si muove in un mondo capovolto, dove si perde ma si brinda, dove l’eco della realtà si perde in una narrazione parallela, degna del Paese delle Meraviglie.

L’8 e 9 giugno si sono tenuti i cinque referendum consultivi promossi dalla squadra progressista: CGIL (capitanata da Landini), Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni. Il quorum non è stato neanche sfiorato: la partecipazione è rimasta bassa, disinteressata, anemica. Ma, come in ogni favola a lieto fine (almeno per chi la racconta), il risultato è stato ugualmente trasformato in un successo.

Peccato che i numeri dicano tutt’altro.

Il centrosinistra aveva trasformato questi referendum in una crociata simbolica contro il governo Meloni, lanciando messaggi forti e mobilitazione mediatica, soprattutto sulle piattaforme social. In realtà, si è rivelata una crociata al contrario: più che smuovere le coscienze, ha irritato gli indecisi e disorientato i moderati. E il centrodestra ha incassato, in silenzio, l’ennesimo colpo a favore.

Il quinto quesito, quello sulla cittadinanza, ha rappresentato una vera e propria spia – diremmo – rossa: anche tra chi si è recato alle urne, la quota di voti contrari è stata più alta del previsto. Segnale di una frattura tra la narrazione radical-chic dei vertici e il pensiero diffuso nel Paese reale.

Il grande errore del centrosinistra? Pensare che basti un hashtag per cambiare l’opinione pubblica. E invece no: la partecipazione non si costruisce a colpi di storie/post sui social e influencer da salotto. Il popolo vuole – e merita – soluzioni, non slogan.

Eppure, Elly canta vittoria. Parla di “segnale importante”, di “cittadini mobilitati”, di “campagna riuscita”. Ma forse ha letto i risultati al contrario, come se fossero riflessi su uno specchio magico.

Al netto dell’esito formale, gli italiani hanno parlato chiaramente: non c’è entusiasmo per queste battaglie ideologiche. Anzi, c’è crescente delusione verso un’opposizione che sembra più interessata a giocare in contrattacco che a proporre alternative credibili.

E così, mentre la sinistra si perde nei boschi della fantasia, il centrodestra consolida il proprio consenso, restando silenzioso e operativo. Il presidente Meloni, con uno stile ben diverso da quello social-ossessivo della sinistra, ha evitato toni trionfalistici ma ha saputo far pesare il risultato: il Paese non ha seguito l’allarme lanciato dalla minoranza “progressista”.

Il punto politico è chiaro: se il PD voleva dimostrare di essere l’argine al centrodestra, ha ottenuto il contrario. Ha dimostrato di essere debole, frammentato, poco rappresentativo. E soprattutto: fuori dal coro con gli italiani.

La verità è che Elly Schlein, in questo momento, rappresenta più il desiderio di opporsi a spada tratta che una reale alternativa di governo. E i referendum ne sono la dimostrazione: partecipazione minima, impatto politico quasi nullo, retorica massima.

Ma, nel paese delle meraviglie, tutto è possibile. Anche trasformare una sconfitta in trionfo. Basta crederci.

Nel frattempo, il centrodestra ringrazia. Sia per l’ennesima spaccatura a sinistra, ma anche per l’autorevolezza che continua a conquistare… senza nemmeno doversi impegnare troppo.

Elly è convinta di essere nel giardino della Regina di Cuori, pronta a rovesciare il fantomatico regno del male. Ma la realtà è un’altra: sta inseguendo un coniglio bianco che non conduce al potere, ma in un labirinto senza uscita. Un vicolo cieco dove si può raccontare qualsiasi favola, tranne quella dei numeri. Perché quelli, purtroppo per lei e fortunatamente per noi, non mentono mai.

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Michele Intartaglia
Michele Intartaglia
Michele Intartaglia, classe 2004, originario di Procida. Studente di Scienze Politiche alla LUISS Guido Carli.

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