Eccoli, i soliti democratici. Quelli che vogliono la pace ma protestano con violenza. Quelli che rispettano tutti ma bruciano le foto degli avversari politici. “Intifada fino alla vittoria”: è questo lo slogan che i manifestanti pro-Palestina di Torino hanno urlato per le strade per la città. Alla faccia della pace, viene da pensare. I giovani palestinesi parlano di genocidio, richiamano allo sciopero generale, a loro si uniscono i soliti centri sociali e compagnucci vari. E alla faccia della pace anche per l’inequivocabile gesto finale della manifestazione, giunta a Piazza Castello: lì alcuni attivisti, saliti sul monumento a Emanuele Filiberto, hanno concluso il corteo dando fuoco con dei fumogeni ai poster del premier israeliano Netanyahu e del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tanti i partecipanti, circa un migliaio, urlano “Meloni boia”. La sua colpa è stata schierarsi “al fianco di un criminale”.
La contestazione che, ancora una volta, si tramuta in minaccia. Messaggi di vicinanza alla premier sono arrivati dalle Istituzioni, dal presidente del Senato Ignazio La Russa al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Ma proprio dal mondo dem sono carenti le prese di posizione, che mancano soprattutto dai vertici del Nazareno (Elly Schlein su tutti), in quel costante e sempre più vivo tentativo di tendere tacitamente la mano a certi “democratici” celandosi dietro il termine “pace”. Come accadrà martedì prossimo a Bologna, dove è atteso un evento promosso dalla sinistra locale per il cessate il fuoco su Gaza a cui prenderanno parte anche importanti attivisti islamici che non hanno mai condannato Hamas. È da questo clima di tacito assenso verso i manifestanti che arriva dunque la spiegazione al silenzio della sinistra sui continui attacchi verso Meloni. A questo reo silenzio ha risposto Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Il gesto gravissimo e violento è l’esito di una politica lassista della sinistra torinese verso queste frange più estreme che vengono accarezzate da concessioni di stabili e dalla minimizzazione di atti così vili. Dal Pd serve più di una parola ma un vero e proprio cambiamento di rotta. Nel frattempo non possiamo che assistere imbarazzati al loro silenzio”. È intervenuto anche Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, che ha parlato di “pericolosa deriva di violenza” augurandosi una “netta presa di posizione da parte di tutto il mondo politico, primi fra tutti il sindaco di Torino e la segretaria del Pd Schlein, perché il girarsi dall’altra parte è altrettanto una colpa”.