Secondo quanto riportato da Middle East eye, la Turchia sembra piuttosto interessata – dopo un’attenta analisi- all’acquisto di 40 Jet Eurofighter dalla Germania.
La proposta d’acquisto nasce dall’attuale datazione dei velivoli da combattimento turchi, ormai desueti e superati tecnologicamente.
Tuttavia, una delle motivazioni inerenti l’interesse militare del presidente turco, è il timore che gli Stati Uniti d’America possano bloccare le cessioni degli F-16 nei confronti dello stato mediorientale.
Inoltre, stando alle informazioni attuali, il disegno della flotta aerea Kaan, destinata all’ aviazione militare turca, non sarà completo prima dell’anno 2030.
Le preoccupazioni di Erdogan sembrano molteplici: nonostante il Regno Unito e la Spagna abbiano dichiarato di impegnarsi al fine di risolvere il problema dell’ esportazione, sarà piuttosto difficile gestire gli F-16 e gli Eurofighter nelle stesse basi, soprattutto per i sistemi tecnologici differenti tra i due modelli.
Secondo quanto riportato dagli organi di informazione, nell’ultimo vertice tra il Cancelliere tedesco Scholz ed il presidente turco, avvenuto venerdì scorso, il primo non avrebbe menzionato affatto l’argomento inerente le vendite degli aerei da guerra, facendo adirare Erdogan: quest’ ultimo si è detto pronto a cambiare rotta, cercando negoziati altrove, qualora la disponibilità della Germania dovesse venir meno.
Una trepidazione diffusa, riguarda il possibile riavvicinamento della Turchia verso Mosca e di conseguenza, anche verso i Paesi BRICS: mossa che il presidente Erdogan, sembra aver preso in considerazione qualche tempo fa, sentendosi minacciato dalle ardue trattative con l’Europa.
Ad inasprire la diatriba sulla contrattazione che vede Germania e Turchia come protagoniste, si aggiungono alcune dichiarazioni piuttosto pesanti del presidente turco Erdogan: quest’ ultimo infatti, si è riferito ai miliziani di “Hamas” definendoli “Combattenti per la libertà”, anziché terroristi, senza ritrattare le sue convinzioni.
La richiesta del governo di Ankara non stupisce solo in termini numerici di grandezza materiale, ma anche a livello economico: una spesa simile richiederà un grande sostegno pecuniario nella realizzazione del progetto militare turco.
Tra gli interessati agli armamenti europei e statunitensi, però, non c’è soltanto la Turchia: sembra che nell’anno 2017, l’Arabia Saudita abbia firmato un accordo da 12.5 miliardi di dollari per l’acquisto degli Eurofighter con gli UK.
I maggiori produttori europei dei ricercatissimi aerei da guerra sono 4 stati europei: Italia, Spagna, Regno Unito e Germania, per questo l’opposizione di Berlino risulta piuttosto delicata.
Questa vicenda, in superficie, sembra avere le sembianze di una mera questione d’affari tra “alleati”, ma la posta in gioco è decisamente più alta: la vendita di armamenti può comportare eventuali squilibri nella politica internazionale, per questa ragione gli interessi economici – spesso – passano in secondo piano rispetto alle priorità diplomatiche di uno stato o addirittura di un intero continente.
Visti i recenti sviluppi nei conflitti, ormai presenti su vasta scala a livello mondiale, diversi paesi stanno adottando politiche di astensione e conservazione in diversi ambiti: basti pensare alle recenti astensioni nelle risoluzioni ONU in merito al conflitto israelo-palestinese.
Gli equilibri mondiali, sono attualmente precari, è necessario evitare l’accensione di ogni piccola scintilla, per scongiurare incidenti diplomatici oppure rapidi rovesciamenti di fronte in ambito diplomatico e militare.