Negli archivi della RAI, consultabili per la maggior parte su Raiplay, a volte si trovano stimoli culturali e di approfondimento che vale la pena riportare all’attenzione. Rientra senz’altro in questa categoria la puntata di Passato e presente, programma di approfondimento storico di Rai3 e RaiStoria condotto da Paolo Mieli, andata in onda i 16 aprile 2024 ed intitolata Junger, Nelle tempeste d’acciaio. Come illustrato in una nota di presentazione, “a 19 anni Ernst Junger si arruola volontario nell’esercito germanico e parte, nel dicembre 1914, per il fronte franco-tedesco, dove rimane quasi ininterrottamente fino all’agosto 1918. Combatte coraggiosamente, subisce gravi e ripetute ferite rischiando più volte la vita e merita le più alte onorificenze al valore”.
Siamo, dunque, nel cuore della Grande Guerra, che Junger racconta in una serie di diari. Rientrato a casa li rielaborerà traendone un testo che verrà in seguito pubblicato a spese della sua famiglia con il titolo di “Nelle tempeste d’acciaio”. E’ un grandissimo successo: le circa duemila copie stampate, infatti, vengono ben presto esaurite, dando l’avvio alla “fortuna di una pubblicazione che accompagnerà Junger per tutta la vita e lo consacrerà – prosegue la nota – come uno degli scrittori più capaci di raccontare la realtà della Grande Guerra e l’immaginario dei milioni di ragazzi che l’hanno combattuta”. La figura di Junger, come da format, viene ripercorsa dal conduttore attraverso il dialogo e il confronto con un qualificato professore di storia, che in questa occasione è Emilio Gentile.
E se è vero che in poco più di mezz’ora di trasmissione la storia personale e l’opera di Junger sono state affrontate tralasciando numerosi elementi ed interpretazioni che avrebbero meritato ben più ampio spazio, lo è altrettanto il fatto che quanti vogliano approfondire – e l’Autore senza alcun dubbio lo merita – possono dedicarsi alla lettura delle sue opere o di saggi a lui dedicati.
Senza ovviamente voler fare in questa sede una rassegna approfondita, segnaliamo due volumi che a nostro avviso meritano di essere letti. Il primo, di Julius Evola, è Ernst Junger. Il combattente, l’operaio, l’anarca (Passaggio al bosco, 2017), che rappresenta un “viaggio inedito nell’opera jungheriana capace di alimentare suggestioni ancora attualissime attraverso un’attenta analisi dei suoi capolavori: Nelle tempeste d’acciaio (1920), L’Operaio (1932) e Il Trattato del Ribelle (1951)”. Un viaggio attraverso cui, approfondendo tematiche care a Junger, si entra in contatto anche con elementi del pensiero di Evola, tra cui il “realismo eroico”, la volontà di affrontare la pace con un clima interiore di guerra e il concetto di elites posto su un piano esistenziale e non solo economico-intelettuale. Temi questi grazie ai quali il testo in questione – si legge nella scheda editoriale – “trasmette l’eredità preziosa di un’essenzialità perduta sullo sfondo di un’epoca che ha smarrito i riferimenti dello spazio e del tempo sotto i colpi della prassi digitale e dell’evanescenza finanziaria, attestando la trasformazione delle Nazioni in spazi lisci, del lavoratore in capitale umano, dei popoli in big data e delle azioni in operazioni”.
Il secondo è il recentissimo Ernst Junger. Cento aforismi (Il Cinabro, giugno 2025), in cui Matteo Alesiani, giovane studioso romano, raccoglie appunto una serie di aforismi dello scrittore tedesco. La scelta letterario-linguistica, è spiegato nella quarta di copertina, deriva dal fatto che l’aforisma “è la punta di una freccia che, scagliata in modo improvviso, sfiora il nostro intelletto consegnandoci alla curiosità più pura”. Sulla base di tale premessa, la raccolta dell’autore “aspira ad essere un estratto essenziale del pensiero di Ernst Junger”, realizzata “mediante la selezione e l’analisi di alcuni dei testi più importanti del filosofo tedesco”. L’opera di Alesiani vuole dunque essere “un invito alla lettura rivolto in special modo ai giovani attraverso la forma agile ed intuitiva dell’aforisma” ed è completata da due saggi dell’autore che “introducono alla figura e al pensiero di Junger, che attraverso il suo stile nitido e penetrante si rivela ancora oggi uno degli osservatori più efficaci ed affascinanti del Novecento”.