E’ un caso che il primo premier donna della storia d’Italia sia di destra? Per rispondere a questa domanda Cristina Di Giorgi ha scritto e pubblicato un volume che ripercorre la storia della militanza femminile da quella che in molti – a torto – continuano a definire “la parte sbagliata”. Quella della destra. Parliamo del saggio Essere donne in un mondo di femministe, uscito non a caso l’8 marzo (2023) come “omaggio – spiega l’editore – alle donne d’Italia”.
Nelle sue pagine l’autrice parte raccontando l’insediamento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, che ha rappresentato un importantissimo momento storico per le donne tutte. E prosegue raccontando le vicende, storicamente ed umanamente (oltre che politicamente) degne di nota di tutte coloro che, a partire dalla nascita del Movimento sociale italiano, hanno fatto parte dell’agguerrita pattuglia delle militanti. Grazie anche alle numerose testimonianze raccolte e al riferimento ai precedenti studi sull’argomento (in particolare quelli di Terranova e di Del Vigo e Ferrara), l’autrice riflette e fa riflettere sui differenti modi di intendere la “parità di genere” che caratterizzano da un lato la sinistra, più propensa a rivendicare ruoli e posizioni in base a quote rosa e simili e dall’altro la destra. Le cui esponenti al contrario, come nel caso della leader di Fratelli d’Italia, mirano ad ottenere risultati e conquiste solo e soltanto grazie all’impegno profuso. Il successo di Giorgia Meloni, infatti, è indiscutibilmente frutto di un percorso “che parte da lontano ed è completamente svincolato – si legge nella quarta di copertina – da quote rosa e altri elementi che non sono legati al merito e all’impegno militante”.
E se è vero che, soprattutto in periodi difficili per l’Italia tutta (come gli anni Settanta e non solo), gli ostacoli non sono mancati, per la destra in genere e per le sue militanti in particolare, lo è altrettanto il fatto che quelle che hanno animato il MSI prima e Alleanza Nazionale, Fratelli d’Italia e i rispettivi movimenti giovanili poi, nonostante le difficoltà hanno dimostrato di avere le carte in regola per far emergere più di qualche figura femminile di notevole valore.
Completato dalla prefazione della professoressa Simonetta Bartolini e dalla postfazione di Elena Caracciolo, “il libro di Di Giorgi – è sottolineato nella scheda editoriale – non manca di incursioni nell’attualità, con particolare riferimento alle reazioni, spesso scomposte, di chi sembra non accettare che oggi ad affermare nelle istituzioni e nella politica in generale una vera parità di genere sia la destra”, che sull’argomento è riuscita ad esprimere – ed è un dato questo che emerge con vigore dalle pagine di Essere donne in un mondo di femministe – concetti ben più incisivi e condivisibili rispetto a quelli cari all’ultraprogressismo e al femminismo tossico.