Esteri, FdI: Mediterraneo al centro di interessi geopolitici

“Negli ultimi due anni la Turchia ha lavorato per scippare tutti gli interessi italiani in Libia e nel Mediterraneo”. Così la docente di Geopolitica Michela Mercuri intervenendo al webinar “La Turchia di Erdogan. Un nemico necessario?” promosso dal Dipartimento Esteri di Fratelli d’Italia e coordinato da Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI al Parlamento europeo. “Nella totale indifferenza del governo Conte ha siglato un accordo per una zona economica esclusiva con la Libia, marginalizzando gli interessi energetici italiani; si è sostituita al governo di Roma nell’ovest libico tentando di fare affari con le varie leadership locali ed esportando nel Paese mercenari e jihadisti. In questo contesto la dichiarazione di Mario Draghi potrebbe rappresentare il segno tangibile di una rottura col passato, riportando l’Italia al centro della scena mediterranea”.

“Attualmente, il Mediterraneo è al centro di una serie di movimenti geopolitici – spiega il presidente centro studi Meseuro e già ministro della Difesa Mario Mauro – che sono un tutt’uno con le grandi scoperte in chiave off-shore delle grandi disponibilità energetiche del Mediterraneo stesso, in particolare sull’asse Cipro-Egitto. Parliamo soprattutto dei giacimenti di Zhor, che sono di gran lunga i più importanti del mondo. La partita si è fatta complicata al punto che i principali attori globali sono alla ricerca di nuovi equilibri. Nel Mediterraneo l’equilibrio si è smarrito con la fine di Gheddafi e la contemporanea assunzione di responsabilità turca, che ha fatto iniziare questo strano balletto che va avanti ormai da quasi 10 anni, in cui Erdogan e Putin ingaggiano bracci di ferro in Siria, Balcani, Libia e nel Mediterraneo orientale”.

Per il politologo Alexandre Del Valle: “La Turchia fu un nemico in termini di civiltà dell’Europa cristiana. Fu un alleato in funzione anti-sovietica e anti Russia durante la Guerra fredda e anche dopo fino alla deriva autoritaria, nazionale-islamista del neo sultano Erdogan. Adesso, anche se l’idea dispiace agli europei politicamente corretti che credono di non aver più nemici in nome della loro apertura, dobbiamo guardare la verità in faccia: la nuova Turchia post kemalista che perseguita i cristiani, sostiene Hamas e molti altri gruppi islamici jihadisti in Irak, Libia o Alto Karabak, che occupa e colonizza Cipro, che minaccia la Grecia e appoggia la fanatizzazione e la non integrazione dei musulmani in Europa, è diventato come stato sovrano il più pericoloso nemico strategico per l’Europa e per la civiltà giudeocristiana occidentale”.

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