“Negli ultimi 15 anni secondo le nostre ricerche, la persecuzione è costantemente aumentata in termini assoluti. Sono oltre 340 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede”. Ha così dichiarato Christian Nani, direttore della Fondazione “Open Doors Italia”, durante il suo intervento al secondo webinar del ciclo “Caput mundi – il mondo visto da Destra” promosso dal Dipartimento Esteri di Fratelli d’Italia coordinato da Carlo Fidanza, dal titolo “Nel nome del padre. La tragedia quotidiana dei Cristiani perseguitati”. “I cristiani uccisi per ragioni legate alla fede crescono del 60%, 4761 contro i 2983 del 2019, un valore che è altalenante negli anni poiché la persecuzione non è solo la violenza, con la Nigeria ancora terra di massacri, assieme ad altre nazioni dell’Africa Sub-Sahariana colpite dalla violenza anticristiana”.
Per Alessandro Monteduro direttore della Fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre Onlus”: “Il Papa ripete spesso che questo secolo annovera più martiri della Chiesa dei primi secoli. Questo in parte è dovuto alla saldatura fra progresso tecnico e volontà persecutoria, perché le aggressioni attualmente sono potenzialmente più efficaci. In secondo luogo i fondamentalismi e i nazionalismi religiosi stanno manifestando sempre più palesemente la propria virulenza. Ricordiamo che nel 2018 la proporzione in Africa era di 19,4 cattolici per ogni 100 abitanti, mentre in Asia era di appena 3,3 cattolici per ogni 100 abitanti. A ciò si aggiunga che molti cristiani, non solo cattolici, vengono percepiti come filo-occidentali o filo-statunitensi e ciò in molti contesti politici può essere decisamente pericoloso”.
“Dopo il viaggio del Papa in Iraq non dobbiamo dimenticare – ha spiegato Fausto Biloslavo inviato de Il Giornale – i cristiani in Medio Oriente, anche perché oggi ci sono nuove minacce soprattutto da parte dei miliziani Sciiti nella piana di Ninive. Occorre accendere i riflettori anche su ciò che sta accadendo in Mozambico dove lo Stato Islamico sta compiendo massacri sanguinosi tra i civili”.