“Sono giorni intensi ma se si guarda ai risultati del Vertice atlantico e del Consiglio europeo non si può non cogliere che il bicchiere è molto più pieno che vuoto. Il paradigma è cambiato: la NATO ha risolto la questione più difficile, che durava da più di vent’anni. Quella di una più equilibrata distribuzione fra europei e americani dei pesi finanziari e degli impegni tra gli alleati. L’impegno decennale del 5% è stato sottoscritto da tutti i Paesi Nato. La garanzia assoluta della riconosciuta applicabilità dell’art.5 del Trattato di Washington, ribadita al primo punto del Comunicato dell’Aia, ha sgomberato definitivamente il campo da ogni malevola illazione. A dimostrazione che quella forte e irreversibile coesione dell’Alleanza auspicata da tempo oggi è un risultato assai concreto. La costante azione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, svolta sia in preparazione che nel corso dei Consigli Europei e Atlantici, con una visione precisa delle strategie e dei valori Occidentali, è chiara a tutti, in particolare nei più qualificati ambienti Euro-Atlantici. Ne ho avuto diretta conferma partecipando ieri a Varsavia alla conferenza annuale dell’European Council of Foreign Relations. Anche in tale circostanza è stato ribadito, riprendendo le preoccupazioni crescenti manifestate in sede europea e atlantica, che non vi è soltanto la minaccia dell’offensiva russa contro l’Ucraina ma anche il problema delle pesanti interferenze e disinformazione che aggrediscono i nostri sistemi democratici, insieme ai sempre più pervasivi attacchi di una vera e propria guerra ibrida contro i paesi occidentali. In tale contesto, come ha ripetutamente sottolineato il Presidente Meloni ai Vertici dell’Aia, di Bruxelles, e prima ancora in Parlamento, si deve lavorare con urgenza al rafforzamento del pilastro europeo nella NATO, nella sua dimensione di Difesa e di Sicurezza, di integrazione e consolidamento delle realtà industriali, tecnologiche, infrastrutturali di tutti i paesi europei dell’Alleanza. Un pilastro realizzato anche, come proposto ieri all’ECFR a Varsavia da alcune voci autorevoli, in modo da comprendervi importanti paesi Nato ma non UE – Regno Unito e Turchia – per le capacità assai significative di cui dispongono. E di considerare altresì l’Ucraina, per il quale il Consiglio Atlantico ha deciso di comprendere le spese per forniture militari a Kiev quali spese riconosciute ai fini degli impegni finanziari assunti al Vertice. In conclusione, e lo confermano gli ultimi sondaggi, il Governo Meloni è stabile, le forze della coalizione di maggioranza – e soprattutto Fratelli d’Italia – crescono, l’imprinting della leadership italiana sul progetto europeo sulla difesa è evidente. L’inserimento del tema della sicurezza e delle spese per la sicurezza assieme al concetto di difesa è il frutto di consultazioni europee e quotidiane azioni bilaterali che il Governo italiano ha portato avanti in questi mesi. L’Italia è stata, è e continuerà ad essere in una posizione assolutamente centrale nell’impianto di fondo di questa sfida europea. Dall’industria della difesa – dove è visibile la sintonia tra Roma e Berlino – alle infrastrutture strategiche dual-use, le questioni su cui l’Italia può contribuire sul piano europeo sono innumerevoli. Le polemiche riguardanti il valore strategico del Ponte sullo Stretto di Messina, in relazione alla estrema importanza per l’ Europa di completare i corridoi di transito intermodale, sono inconsistenti: come vividamente emerso dalla audizione lo scorso giovedì in Senato del Commissario europeo per i trasporti e il turismo Tzitzikostas”.
Lo scrive in una nota Giulio Terzi, senatore di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Politiche Ue.