“Se guardiamo i sondaggi d’opinione sulle priorità strategiche del Paese, quasi la totalità degli italiani pone agli ultimi posti sicurezza e difesa. Pensiamo che non riguardino noi, il nostro quotidiano, eppure sono prerequisiti delle nostre libertà e della nostra democrazia. Solo negli ultimi due anni – a partire dalla guerra in Ucraina – vi è stata una maggior presa di coscienza dei cittadini ma credo sia importante, oggi, ribadire un concetto fondamentale: non c’è pace senza deterrenza.
L’obiettivo del 2% del PIL in difesa è una base di garanzia per l’esistenza stessa dell’Unione. Appare necessario quindi che le industrie europee del settore si consolidino in misura crescente, e ciò può avvenire soltanto con un ragionamento a monte di definizione degli standard, dell’aumento di risorse comuni, del rafforzamento della collaborazione su tecnologie dual-use e sistemi d’arma. Alla luce del Vertice NATO appena concluso, lo spiegamento degli F-16 e dei sistemi aerei in Ucraina è la conferma che la difesa aerea sia la chiave per una fine della guerra nella quale Kiev non sia soccombente. L’aggressività crescente e sempre più efferata della Russia di Putin e dell’alleanza che lo sostiene – Cina, Iran e Corea del Nord – si delinea in svariate dimensioni ma ve n’è una che in particolare impedisce proprio l’emergere di una concreta cultura della sicurezza: la disinformazione.
Strumentalizzazioni, mistificazioni, tutto contribuisce a delegittimare la vittima e a giustificare gli aggressori; a minare il nostro ordine internazionale per sostituirlo con la legge della forza. Oggi la lotta contro la disinformazione – e contro l’uso improprio delle nuove tecnologie – deve sempre più essere una priorità e transnazionale. La Commissione europea – tra il pacchetto per la difesa della democrazia, AI Act e altri – ha adottato diversi regolamenti ma serve anche, a livello nazionale, cominciare a ripensare l’intera architettura strategica e di sicurezza italiana”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Giulio Terzi, presidente della commissione Politiche Ue di Palazzo Madama.