Fa caldo. Meloni riferisca in Parlamento!

Le sinistre italiane, PD, M5S e AVS, si comportano sempre più come una persona alticcia che, magari biascicando un po’ le parole, ripete di continuo le stesse frasi e diventa una compagnia alquanto complicata da sopportare. Le supercazzole di Elly Schlein, ovvero, dei ragionamenti che vorrebbero essere  raffinati, ma si rivelano invece contorti ed incomprensibili, compaiono su numerosi video che sono diventati virali sui social e certificano tutto fuorché lucidità politica. Da destra, abbiamo ovviamente sempre visto enormi difetti in tutti i segretari del Partito Democratico e in tutti i leader del centrosinistra, ma non è mai capitata, in quella parte politica, una conduzione così sconclusionata e surreale come quella esercitata da Elly Schlein.

Il PD, aiutato dal peronismo del Movimento 5 Stelle e dall’estremismo rosso di Alleanza Verdi e Sinistra, non riesce più ad elaborare una proposta che sia credibile e spendibile come alternativa, ed è diventato un grande centro sociale o collettivo studentesco che parla per slogan preconfezionati, vuole la pace e l’amore nel mondo senza spiegare come poter arrivare ad essi, dice no, no e ancora no a tutto ciò che fa il Governo Meloni, che avrebbe affamato milioni di italiani e distrutto una Nazione che prima, con PD e M5S, era assai prospera, in un modo più infantile di quello usato dagli imbrattatori di monumenti di Ultima Generazione. Non sapendo come articolare una opposizione almeno un poco affidabile, PD e compagni di sventura si sono appiccicati adesso al refrain dell’invito periodico rivolto alla premier Giorgia Meloni di presentarsi a riferire in Parlamento per ogni cosa, anche la più banale, per ogni battito di ali di farfalla.

Donald Trump commissiona un video volutamente eccessivo sulla ipotetica Gaza amministrata dagli USA, e, per Schlein e Giuseppe Conte, tocca al Presidente del Consiglio italiano dare spiegazioni al Parlamento del proprio Paese. Sempre il presidente americano annuncia nuovi dazi a Europa, Messico e Canada, tuttavia, la prima mossa da compiere deve essere quella di un’informativa di Giorgia Meloni a Montecitorio e Palazzo Madama. Si riparla del libico Almasri e la prima cosa che deve fare il Governo è riferire in Parlamento. Insomma, la premier non si è mai sottratta al confronto parlamentare e di certo non deve prendere lezioni dai fautori di governi non eletti e nati da manovre di Palazzo, e nemmeno dai sottoscrittori, (vero Giuseppi?), della sequela anti-costituzionale e anti-parlamentare di DPCM al tempo del Covid. Ci sono momenti nei quali il Presidente del Consiglio è tenuto a presentarsi alla Camera e al Senato, e altre circostanze che rendono invece finanche inopportuna un’informativa del Governo.

Non comprendere questo denota scarsa consapevolezza del funzionamento della macchina democratica oppure, tanta malafede. Cosa può dire la premier circa i dazi quando vi sono ancora dei negoziati in corso fra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, quella UE sempre venerata proprio dal PD, che in molti momenti si è atteggiato a maestrino di europeismo? Del caso Almasri si sta occupando il Tribunale dei ministri e ogni comunicazione di Palazzo Chigi in Parlamento sarebbe per ora del tutto inutile. Ma siamo certi che Elly e compagni proseguiranno con la loro tiritera del “Meloni riferisca” per ogni bazzecola. Non ci stupiremmo se la premier venisse chiamata a riferire anche per il caldo, peraltro normale in estate, perché la destra italiana, con il suo amico Donald Trump, nega il cambiamento climatico agli occhi dei comunisti green.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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