“Nell’anniversario della strage mafiosa di Capaci, dove 28 anni fa persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta, rimane indelebile il coraggio di un uomo che, al servizio della nazione, ha dedicato la sua vita alla lotta alla mafia. Non servono comunicati, post, corone, proclami ma più semplicemente il rinnovo di un giuramento a non cedere alla slealtà, ai giochi sottobanco, alla tentazione del potere fine a se stesso, al machiavellismo più spregiudicato.
Esiste un solo modo per ricordare chi ha sacrificato la propria vita per combattere criminalità e terrorismo: essere esempio quotidiano e opporsi ai comportamenti mafiosi che s’incontrano sui posti di lavoro, nella magistratura, nella politica, nella società. Ognuno combatta la mafia con cui quotidianamente si destreggia e non abbia paura, perché Giovanni Falcone, con il suo sorriso sarcastico, non ha avuto paura dei boss.
Siano maledetti in questo giorno gli ipocriti e gli appassionati di stellette, pennacchi e mostrine, quelli che per avanzare in carriera calpesterebbero le proprie madri e poi si fanno selfie, contriti, davanti alla stele di Capaci, per dimostrarsi puri. Ma restano sterco. Sterco sociale”.
E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi.