Falcone, Rampelli (VPC-FDI): da quel momento nulla fu come prima: la mafia cominciò a perdere 

“Ventinove anni dalla strage nella quale persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Ci furono 23 feriti.

Il loro sacrificio ha ispirato e motivato migliaia di giovani che scesero in piazza per dire basta alla mafia. Da quel momento nulla fu come prima. Una diversa coscienza civile stava per nascere ed ebbe il punto di svolta con l’uccisione di Paolo Borsellino pochi mesi dopo. La mafia cominciò il suo lento declino, iniziò il suo isolamento, cessò di creare consenso, spaccò intere famiglie dove i figli si ribellavano all’accondiscendenza, i ragazzi scrissero lettere di fuoco, i bambini disegnavano in classe ritratti di Giovanni e Paolo. Praticamente due zii giusti. Il sacrificio di Falcone non fu invano. E lui sarà lì con il suo sorriso sarcastico sotto i baffi a pensare: sono saltato in aria e ho vinto.

Ma la mafia è un fiume carsico, un modo di essere, e si riproduce a prescindere dai clan. È lo stile mafioso, la rappresaglia, il ricatto, il tradimento di un’idea o di un sentimento in cambio di qualcosa. Lo stile mafioso sono l’imbroglio e la corruzione che spavaldi rendono inaccessibili le istituzioni e le mantengono blindate per consentire l’uso spregiudicato del potere. Falcone resta un’icona insostituibile per incoraggiare gli artefici della guerra a tutte le mafie”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia ricordando la strage in cui perse la vita il magistrato Giovanni Falcone, insieme alla moglie Francesca Morbillo e gli agenti della scorta.

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