Tra i principali obiettivi del Governo Meloni spicca quello degli aiuti alle famiglie e alla natalità, un tema fondamentale per l’esecutivo guidato da Fratelli d’Italia che, fin dai primi mesi di lavoro, ha inteso affiancare strutturalmente i genitori lavoratori con figli. Un modo, specialmente per le madri lavoratrici, per incentivare il connubio tra carriera professionale e vita da genitore. A quasi due anni dal giorno del giuramento del governo, avvenuto nell’ottobre del 2022, sono diverse le misure che il centrodestra ha ideato e inserito per sostenere le famiglie. Tra le prime, ad esempio, si ricorda l’incremento del 50% dell’assegno unico per i figli nel primo anno di vita o per le famiglie numerose, seguito poi dall’azzeramento dei contributi a carico delle mamme lavoratrici dipendenti con almeno due figli a carico. A queste due prime grandi misure, si aggiungano pure il sostanzioso incremento dell’indennità legata al congedo parentale, l’aumento del bonus nido per i genitori con due figli. Inoltre, vanno a pesare, anzi ad alleggerire il bilancio familiare anche altre misure previste dal Governo Meloni per tutti i lavoratori, come la detassazione dei fringe benefit e dei premi di produttività, il taglio del cuneo fiscale e contributivo e l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef.
Tutto questo ha portato a un miglioramento effettivo del livello dei salari per chi ha una famiglia: ammontano circa a 5700 euro netti all’anno in più. Cinquemilasettecento. Settecentoquattro per l’esattezza, considerando una lavoratrice dipendente con due figli con un reddito di 23mila euro. Per le donne, l’incremento più importante deriva dall’azzeramento dei contributi, che fa salire le buste paga di circa 2000 euro. A cui vanno aggiunti 1800 di congedo parentale, gli 800 di assegno unico e le altre nuove entrate. Ma anche per i papà la questione non è diversa: considerando un lavoratore dipendente con due figli a carico e un reddito annuo di 24mila euro, il beneficio che otterrà è pari a circa 2300 euro. In questo caso, è la riduzione dei contributi Inps a giocare un ruolo fondamentale, comportando un aumento di 1680 euro. A dimostrazione del fatto che le misure volute da Giorgia Meloni a sostegno della famiglia comportano dei benefici non indifferenti per i genitori lavoratori, con un occhio di riguardo per le donne e l’occupazione femminile. Tutti incentivi che portano gli italiani a voler lavorare senza rinunciare alla bellezza di crearsi una famiglia, o viceversa. Si consideri così ufficialmente chiusa la triste era del mero, sterile e fine a sé stesso assistenzialismo grillino.
Sono papà da due anni di 2 gemelli e lavoro come dipendente part-time e libero-professionista in ambito sanitario, mia moglie solo in libera professione. Il problema più grande in Italia è il supporto ai genitori. In un mondo che ti chiede di lavorare 10h al giorno per avere uno stipendio dignitoso per “accantonare” e non sopravvivere soltanto mi spiegate queste minime “agevolazioni” cosa portano? Perchè le madri con almeno 2 figli si e i padri no? Perchè non si lascia ai genitori, in base agli impegni lavorativi, scegliere chi vuole prendersi cura dei bambini nei primi anni? PERCHè non creare un sistemi di asili nidi che garantiscano più ore di servizio e affiancando un servizio sanitario per tutti quei genitori che quando hanno i bambini malati e NON possono assentarsi da lavoro e non hanno soldi per pagare una seconda retta in NERO a babysitter occasionali?…..ci sono tante cose più grandi da fare che continuare con questa mentalità che fa famiglia è prima sulle spalle delle donne/mamme e i papà non hanno diritti eguali. Da iscritto voglio di più.