“FCA chiede prestiti a Intesa San Paolo garantiti dalla Sace, cioè dallo Stato, cosa che sta suscitando proteste.
Nella storia di Intesa San Paolo ci sono stati diversi salvataggi pubblici, uno dei più clamorosi è stato determinato dallo scandalo del Banco Ambrosoli, se non ricordo male, quello attraverso cui nacque proprio quello che oggi è il maggiore polo bancario italiano
Senza considerare che Banca Intesa è diventata ciò che è anche grazie ai vari salvataggi degli istituti di credito veneti, Popolare di Vicenza e Veneto Banca, comprati a 50 centesimi l’uno e di cui tutti noi ci siamo accollati i debiti per oltre 5miliardi di euro appena 3 anni fa.
C’è poi la questione che lo Stato nel corso dei decenni ha immesso liquidità per salvare la Fiat e fatto politiche decennali di incentivazione alla rottamazione per sostenerla nel tempo, senza dimostrarsi capace di impedire il trasferimento in Olanda e Gran Bretagna della sue sedi. È in Olanda che paga la gran parte delle tasse.
Il combinato disposto di questi elementi configura in tutto e per tutto l’aiuto perdurante dello Stato, in cambio di condizioni ridicole, limitate al solo mantenimento dei livelli occupazionali. Anche la Fiat infatti aveva bisogno degli operai per produrre le sue auto e, nonostante ciò, ha comunque delocalizzato molti impianti produttivi fuori dall’Italia.
Dunque il prestito si può consentire in cambio del ritorno delle sedi societaria e fiscale in Italia e di una quota di partecipazione dello Stato dentro FCA, questione data per pacifica in tutti i paesi liberali per proteggersi da fregature analoghe a quelle che le banche italiane salvate e FCA hanno dato all’Italia. Mi pare una soluzione congrua attraverso la quale lo Stato si prende il suo spazio tutelando i propri interessi e fuoriesce dalla logica della ‘privatizzazione dei profitti e della socializzazione delle perdite’.
Nel caso delle banche, tanto dilagava la logica del favore agli amici banchieri, che i salvataggi non hanno nemmeno previsto la ristrutturazione del debito pubblico che avevano in pancia. Gli abbiamo dato miliardi e non lo abbiamo nemmeno scalati del debito pubblico.
Se la presenza dello Stato nei consigli d’amministrazione viene giudicata troppo socialista o troppo fascista, che pure avrebbe un senso perché consentirebbe di partecipare alle scelte strategiche onerose, si dovrebbe almeno ripiegare sull’indicazione del Revisore dei conti da parte del pubblico.
Basta trattare con le gambe molli FCA, ex Fiat, cui gli italiani hanno sempre giustamente dato tutto quanto gli fosse richiesto. Ora la parola d’ordine deve essere crescere insieme'”. È quanto scrive il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia sulla sua bacheca Facebook.