“Una delibera di Giunta che prevede l’affidamento di porzioni di un bene vincolato, senza prima ottenere il via libera della Soprintendenza e degli enti preposti alla tutela, può anche esistere sulla carta, ma resta giuridicamente inefficace. Fino a quando non arrivano i pareri vincolanti richiesti per legge, nessuna delle azioni previste può essere legittimamente portata avanti. E se si procede comunque, si rischia di rendere nulli gli atti successivi e di esporre l’amministrazione a responsabilità anche gravi, sia sul piano amministrativo che patrimoniale. In sostanza, si tratta di un’iniziativa irrealizzabile nei fatti. Senza le autorizzazioni necessarie, resta un progetto che fa bella figura nei comunicati stampa, ma che non può andare avanti davvero. È il solito annuncio a effetto, buono per riempire una pagina di giornale o un post social, ma privo di fondamenta concrete. La delibera di Giunta n. 123 del 15 luglio 2025, che dispone l’adozione “sperimentale” di alcune aree verdi all’interno di Villa Doria, presenta infatti numerosi profili di criticità.
Il testo ignora completamente l’obbligo di ottenere, prima di qualsiasi concessione o intervento, il parere vincolante della Soprintendenza e la verifica della compatibilità con i vincoli paesaggistici e archeologici che gravano su quell’area. Inoltre, l’uso ipotizzato a fini pubblicitari e la possibilità di realizzare “opere di varia natura” sollevano interrogativi legittimi sulla tutela dell’integrità storica, ambientale e culturale di un luogo di pregio. Siamo di fronte a un atto che mescola in modo ambiguo finalità educative, promozione sociale e ritorni d’immagine per soggetti privati, in assenza di garanzie effettive e controlli trasparenti. Al di là delle nobili intenzioni dichiarate nel preambolo dell’atto, ciò che emerge è una manovra fragile sotto il profilo normativo e pericolosa per il patrimonio collettivo. Manca un vero inquadramento tecnico, non si intravedono limiti chiari agli interventi ammessi, e soprattutto non c’è traccia di quel rigore che dovrebbe sempre accompagnare le decisioni che riguardano beni tutelati. In conclusione, è evidente che siamo davanti all’ennesima marchetta politica, pensata più per accontentare qualche consigliere che per offrire un vero servizio alla città. Una forzatura amministrativa e normativa, utile solo a “togliere la sete con il prosciutto”. Un tipico esempio di fumo negli occhi anche per il Movimento 5 Stelle, che cerca disperatamente un appiglio per giustificare un sostegno ormai incomprensibile a una maggioranza arrivata chiaramente al capolinea.
Una maggioranza politicamente esausta, incapace di rispondere ai reali bisogni della città e sempre più lontana dai principi di trasparenza e legalità che diceva di voler difendere”. Così in una nota firmata dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia: Massimo Ferrarini, Roberto Cuccioletta, Romeo Giorgi, Pina Guglielmino, Federica Nobilio e Matteo Orciuoli, unitamente al direttivo comunale del partito di Giorgia Meloni nelle persone di: Angelo Cardullo, Gianni Ciavaglioli, Fabio De Marco, Roberto Di Lauro, Francesco Gennari, Fabio Ginestra, Ermanno Nava.