FDI: Che fine ha fatto il Piano Trasporti a Roma? E nel resto d’Italia?

Il Piano Trasporti, previsto per il rientro a scuola degli studenti che frequentano le superiori, è come il Piano Anticovid italiano: tutti ne parlano e nessuno lo mostra.

Ennesima figuraccia di un Governo che non pone assolutamente attenzione alle fasi di pianificazione e programmazione di una qualsiasi attività. La prova provata è il posticipo della quasi totalità delle Regioni, e non certo per colpa loro, della ripresa delle lezioni in presenza per gli studenti delle scuole superiori.

Se prendiamo in considerazione il caso della capitale si apprende che ATAC a Roma propone un incremento di corse giornaliere mantenendo la capienza dei bus al 50%. Ma si apprende anche che l’azienda romana ha affidato temporaneamente (sei mesi?) a privati la gestione di alcune linee Tpl e di collegamenti dedicati al servizio scolastico. Entrando nel dettaglio però si rileva che a regime le corse giornaliere aggiuntive considerano anche quelle originate dal subaffidamento del dicembre scorso.

C’è molta confusione, non c’è che dire. Servono a poco le parole dell’assessore ai trasporti della Regione Lazio: “Garantiremo la sicurezza dei cittadini e il necessario adeguamento dell’offerta di trasporto pubblico”. I cittadini romani, e non solo, si chiedono come dovranno comportarsi a partire dal giorno della ripresa delle attività scolastiche in presenza, e non certo da lunedì 11 gennaio.

Il caso del Piano Trasporti messo a punto a Roma è un esempio di “sintesi”:

  • ingresso degli studenti distribuito su due fasce orario, 8.00 – 10.00;
  • Orario lezioni di 50’, in sostanza programma di 5 giorni distribuito su 6;
  • impegno significativo di risorse del governo nazionale, regionale e locale.

Nient’altro. Sarà l’approccio italiano? Può darsi. Per cui le domande che si pongono i genitori degli studenti sono tante e proviamo ad elencarle:

  • innanzitutto, quali sono le risorse economiche messe a disposizione per i servizi aggiuntivi e quanto ha speso Roma?
  • A quale corrispettivo chilometrico è stato affidato il servizio aggiuntivo erogato dalle aziende private;
  • Quanti mezzi in più sono previsti per la ripartenza considerando le corse aggiuntive che ATAC metterà a disposizione?
  • Come funzionerà il Piano Trasporti, se esiste davvero o si limita ad essere un documento (slide) di linee generali, tenendo in considerazione il load factor dei mezzi ridotto al 50%?
  • Quali saranno i nodi strategici della rete tenuto conto dell’articolazione complessa della città eterna?
  • Come avverrà il monitoraggio real time della domanda soddisfatta e dell’offerta in linea? Con quali strumenti?
  • Quali contromisure sono state adottate in caso di over user dei mezzi, alla luce anche delle continue lamentele degli utenti che utilizzano, ad esempio, il servizio della metropolitana?

Sono alcune delle domande che si pongono i cittadini e che noi giriamo al Governo ed al Ministro dei Trasporti. I cittadini attendono speranzosi, abituati ormai da tempo ad un pressapochismo diffuso, caratteristica principe di questo Governo.

Dipartimento Nazionale Trasporti

Fratelli d’Italia

 

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