“Profondo dolore e indignazione per l’ennesimo femminicidio che colpisce al cuore il nostro Paese. Martina Carbonaro aveva solo 14 anni. È stata uccisa brutalmente, da chi non accettava la fine di una relazione. Ancora una volta, a cadere è stata una giovanissima, colpevole solo di voler essere libera. Dopo Giulia, ora Martina. L’inversione di rotta sul contrasto al femminicidio sembra impossibile ma non vogliamo e non dobbiamo arrenderci. Il governo Meloni si è impegnato da subito con determinazione per il contrasto del fenomeno. Da ultimo a marzo scorso ha approvato un disegno di regge che introduce il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo. Lo ha fatto con la consapevolezza che si deve agire su due fronti: da un lato, appunto, la repressione e dall’altro la prevenzione che resta fondamentale. Per vincere questa battaglia occorre una assunzione di responsabilità collettiva. Le cose potranno cambiare, ne siamo consapevoli, ma ci vorranno del tempo, determinazione e soprattutto un grande lavoro di squadra in cui ciascuno dovrà giocare la propria parte: scuola, famiglia e istituzioni. In qualità di componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, assicuro che ovunque ci sia uno spazio per parlare ai ragazzi, lo useremo per trasmettere un messaggio chiaro e inequivocabile e rinnovo l’impegno a lavorare con determinazione per rafforzare gli strumenti di prevenzione e per promuovere un cambiamento culturale profondo, concreto e duraturo. Non sarà facile, nessuno ha la bacchetta magica ma non ci stancheremo mai di lottare affinchè ogni ragazza possa sentirsi libera e protetta. Perché la libertà di dire ‘no’ non può mai costare la vita”. Così il deputato di Fratelli d’Italia Cristina Almici, componente della commissione d’inchiesta sui Femminicidi.