Roma. In un’intervista rilasciata a Il Foglio, Francesco Filini – deputato di Fratelli d’Italia e Responsabile del Programma del partito – lancia parole chiare e inequivocabili sullo scenario geopolitico globale. Cina, Stati Uniti, Europa: secondo Filini, l’Italia deve smettere di seguire chi svende la propria sovranità e iniziare a pensare da protagonista. E sotto la guida di Giorgia Meloni, questo è esattamente ciò che sta facendo.
“La Cina? Un mostro produttivo dove lo Stato è pesantemente presente, un paese dove i diritti sono calpestati e la produzione avviene con metodi schiavistici”, dice Filini. Non si tratta di slogan, ma di fatti: “Dal 2019 al 2022 il saldo commerciale italiano con Pechino è passato da -18 a -41 miliardi di euro. Questo è il risultato della Via della Seta firmata dai ‘governicchi’ come quello di Giuseppe Conte”.
Contro la narrazione dominante, Filini sottolinea l’importanza di un’Europa che torni a difendere sé stessa, anziché piegarsi a potenze straniere o rincorrere un globalismo ormai fuori tempo massimo. “La Cina vuole il dominio sull’isola-mondo, un blocco con Russia ed Europa: una prospettiva da incubo che dovrebbe spaventare chiunque abbia a cuore l’identità europea”.
Non manca un passaggio sull’altro gigante globale, gli Stati Uniti. A differenza di molti commentatori miopi, Filini non si accoda né al fanatismo pro-Trump né all’isteria anti-Trump: “Trump è un’altra cosa rispetto a noi. È l’espressione del mondo profondo americano, ma oggi si muove come un elefante in cristalleria. Il nostro modello è un altro: una destra responsabile, popolare, profondamente italiana”.
Ed è qui che Filini marca la distanza netta tra la fase storica attuale e i governi del passato. “Con Meloni al governo, l’Italia non è più supina. I governicchi erano quelli che si inchinavano a Pechino e si lasciavano sedurre da un’idea di globalizzazione senza identità. Oggi c’è una rottura netta. C’è un’Italia che cresce, che ottiene fiducia dai mercati e rispetto sulla scena internazionale”.
E mentre il premier spagnolo Pedro Sánchez fa passerelle a Pechino, Filini è netto: “Un mezzo leader, un incosciente. Chi oggi apre le porte alla Cina gioca con il fuoco”.
Alla domanda finale su chi sia Francesco Filini, la risposta è chiara, asciutta, militante:
“Filini, militante dal 1993”. Come a dire: niente orpelli, solo coerenza.
Nel tempo della diplomazia molle e delle identità liquide, serve chi sa parlare chiaro. L’Italia che ha voltato pagina con Giorgia Meloni ha anche bisogno di voci che sappiano difendere, con lucidità e coraggio, l’interesse nazionale. Francesco Filini lo fa, senza timore, nel segno di una destra che non si piega e non si confonde.