Film, milioni buttati dal ministero Franceschini: tra tax credit e piattaforma in stile Netflix

7,5 milioni spesi per Itsart, rete che avrebbe dovuto promuovere il patrimonio artistico italiano, a fronte di 246mila euro di incassi

I flop della sinistra nella gestione della cultura italiana e in particolare del cinema italiano si moltiplicano. Dopo il tax credit e lo scandalo del caso Kauffmann alias Rexal Ford, che ha portato alle dimissioni del direttore generale Cinema e Audiovisivo del ministero, Nicola Borrelli, spunta Itsart, una piattaforma che avrebbe dovuto promuovere il patrimonio artistico culturale italiano. “Il Giornale” parla di un investimento da 7 milioni e mezzo di euro firmato dall’allora ministro Franceschini per finanziare la Netflix della cultura italiana. Idea nata durante il governo Conte 2, in piena pandemia, per far arrivare nelle case le bellezze italiane: “Le potenzialità della rete sono straordinarie, Itsart è un modo nuovo di offrire la cultura italiana a tutte le persone che potranno da casa aggiungersi a quelle che continueranno ad andare a vedere gli spettacoli dal vivo. È palcoscenico virtuale che si aggiunge a quello reale per moltiplicare il pubblico, nella consapevolezza che la fruizione digitale non potrà mai sostituirsi a quella dal vivo” annunciava Franceschini. 7,5 milioni sborsati nel 2021 da Cassa depositi e prestiti, dal ministero dei Beni culturali e da Chili. Il ritorno economico è stato di 246mila euro e 141mila utenti registrati. Un grosso spreco di denaro pubblico che l’ex ministro Sangiuliano, nel 2022, decide di chiudere: l’atto ufficiale della messa in liquidazione risale al 29 dicembre 2022. 

La truffa sul tax credit si allarga

Nel mentre continua l’indagine delle Fiamme Gialle dopo il caso Kauffmann, d’intesa col ministero della Cultura che rinnovato il protocollo. Oltre 6,2 milioni di euro di tax credit sarebbero stati percepiti in modo indebito da parte di società di produzione per film che avevano beneficiato del credito d’imposta ma presentavano documentazione anomale o costi troppo alti. L’accordo con la Finanza “punta a velocizzare e rendere ancora più efficace l’azione di contrasto alle frodi e truffe negli ambiti culturali”, spiegano dal ministero in una nota. La Direzione Cinema del ministero ha inviato alle Fiamme Gialle un elenco di opere – e relative case di produzione – che avevano beneficiato del tax credit, e considerate “sospette”. I film segnalati sono arrivati a oltre 200. “Il memorandum è, quindi, un chiaro ed efficace strumento di presidio della legalità e testimonia il costante impegno di MiC e GdF a salvaguardia del lavoro, del merito degli operatori della cultura onesti”. Aveva ragione il ministro Sangiuliano a parlare di stortura e sistema malato, concetto ribadito dalla premier Meloni: “Il caso Kaufmann è solo l’epilogo più drammatico e scandaloso di un sistema, che negli anni ha generato delle vere e proprie truffe, ma anche costruito un meccanismo distorto che consentiva così di finanziare con milioni di euro dei cittadini film che poi alla fine guadagnavano poche decine di migliaia di euro”. Un sistema a cui l’attuale ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha imposto un giro di vite: “Cultura significa lavorare in un orizzonte comune non soltanto di linguaggi ma anche di comportamenti. Cultura è etica”.

Tutti sprechi di cui probabilmente nessuno risponderà, per questo in molti chiedono l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sui fondi pubblici al cinema, così da fare luce sugli errori commessi e smuovere l’opinione pubblica su uno scandalo che ha già assunto dimensioni tragiche. 

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Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

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