“Il vertice di maggioranza sulla riforma fiscale dimostra che il governo è molto concentrato sulla ricerca di misure di spesa utili a recuperare consenso, ma ha idee molto confuse sul modo in cui individuare le risorse. Come è noto ogni legge che importi maggiori oneri, in base all’art. 81 della Costituzione, deve provvedere ai mezzi per farvi fronte, oltretutto partendo dal presupposto che le clausole IVA di 20 e 27 miliardi non sono state “sterilizzate” come improvvidamente qualcuno dichiara, ma semplicemente rinviate.
E’ chiaro ed evidente che per una vera riforma dell’Irpef bisognerebbe rinunciare ad alcune misure costose e sbagliate, reddito di cittadinanza in primis, e innescare meccanismi virtuosi di crescita. Leggiamo oggi che il governo starebbe pensando a inasprire l’Iva su hotel e ristoranti e su non ben identificati beni di lusso. Una ipotesi che andrebbe a penalizzare anche la famiglia che va al ristorante o in pizzeria una volta a settimana.
L’ipotesi dello switch tra Iva e Irpef arriva all’indomani dalla mancata proroga della cedolare secca per gli affitti commerciali, una scelta che Confedilizia giustamente ha liquidato come ‘gravissima’. Si tratta di misure boomerang – qualcuno ricorda il flop e gli effetti nefasti prodotti dalla famosa tassa sulle barche introdotta dal Governo Monti nel 2012? – che difficilmente contribuiranno a rilanciare il Pil e una crescita che tutti gli indicatori indicano come sovrastimata. La riforma del fisco, insomma, rischia di rappresentare un colpo di grazia per le attività produttive. Servirebbe una vera sterzata, ma purtroppo questo governo non è in grado di mettere in campo misure davvero capaci di rilanciare l’economia dell’Italia”.
Lo dichiara Maurizio Leo, candidato del centrodestra per le elezioni suppletive di Roma del primo marzo.