Fisco, Melchiorre (FdI): da sempre contrari a redditometro

“Quella sul redditometro è l’ennesima polemica strumentale della sinistra. Ci tengo a precisare, ancora una volta, che Fratelli d’Italia è ed è sempre stata contro questo strumento. Non c’è nessun ritorno al redditometro di Renzi. Voglio sottolineare, inoltre, che il decreto ministeriale del viceministro Leo sarà utile a introdurre limiti al potere discrezionale dell’amministrazione finanziaria di attuare questo tipo di accertamenti nei confronti degli italiani”.

Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Filippo Melchiorre, vicepresidente della commissione Finanze di Palazzo Madama.

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1 commento

  1. Certamente l’amministrazione fiscale può indagare su dati pubblici per ipotizzare possibili aree di evasione. Su dati privati dovrebbe avere una specifica autorizzazione di un giudice, mi auguro.

    Ma l’accertamento del reddito imponibile (“accertamento”: in italiano significa rendere “certo”, non presunto) non può che basarsi sui redditi rilevati e documentati, non su supposizioni unilaterali e tanto meno sui consumi.
    Le imposte sono sui “redditi”, sui consumi abbiamo già IVA, accise, bolli e una infinità di assurdi balzelli.

    Il concetto stesso di “redditometro” come strumento di accertamento presunto è un sopruso fuori da ogni rapporto civile tra cittadino e fisco, e il suo stesso utilizzo giustifica la rivolta fiscale ed ogni tentativo del contribuente “imputato” di difendersi sottraendo i propri conti al fisco. Se io voglio sperperare il poco che ho in vestiti, vacanze ed altro, ed un altro con lo stesso reddito fa una vita da eremita, il fisco dovrebbe dire grazie a me, che con le mie spese alimento le casse dello Stato. Con il redditometro invece mi darebbe una tassa in più!

    E’ ora di farla finita con il rapporto di sudditanza del cittadino verso l’amministrazione pubblica, e instaurare modi di operare basati sulla completa parità.
    L’amministrazione deve dimostrare il reddito o le irregolarità del cittadino, non il cittadino essere un “presunto colpevole” che deve dimostrare la falsità delle accuse.

    Ricordo un recente episodio che illustra bene questo rapporto dell’amministrazione oubblica con i cittadini: un guidatore di automobile ha ricevuto contravvenzioni per infrazioni commesse da un autoveicolo che non era il suo, ci fu un errore materiale della polizia nel trascrivere la targa del veicolo.
    L’automobilista dimostrò l’errore, ma l’amministrazione disse che ciò non aveva importanza perchè erano decorsi i tempi per il ricorso.

    Non ho parole.

    Con affetto

    Alessandro

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