Foibe. Rosso (FdI): Dopo accuse in consiglio comunale Genova serve commissione terza per fare luce su quanto accaduto

“Quello che è successo nel Consiglio comunale di Genova, ieri, è molto grave, prima di tutto per la rispettabilità dell’Istituzione. E gesti ei frasi di intolleranza stanno diventando consuetudine. Quello che è accaduto ieri è forse ancora più grave di quando si è permesso al consigliere Chiarotti di minacciare Alessandra Bianchi, capogruppo di Fratelli d’Italia, di essere appesa a testa in giù senza mai essersene pentito. Anzi quelle scuse, accolte in pompa magna da Silvia Salis, se le è rimangiate subito e lo ha pure confermato il giorno dopo nella sua intervista. Ieri le parole della consigliera Ghio sono state peggiori perché hanno attaccato una martire delle foibe come Norma Cossetto. Come Parlamentare della Repubblica, ma anche come coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, sento il dovere di chiedere che sia fatta la massima chiarezza. Per questo ho chiesto ad Alessandra Bianchi di farsi promotrice per l’istituzione di una Commissione di Inchiesta che faccia luce su quanto accaduto”. Così il deputato di Fratelli d’Italia Matteo Rosso, coordinatore del partito in Liguria.

“Le istituzioni vanno tutelate e rispettate, lo dobbiamo fare perché i cittadini devono avere la certezza che dentro il Consiglio comunale di Genova, così come nelle altre Aule Istituzionali, c’è spazio per il dibattito, anche aspro, anche acceso, ma non per la violenza, sia verbale che fisica. Ecco perché chiedo una commissione che sia superpartes e autorevole, la nostra proposta è che sia presieduta dal difensore civico. L’imbarbarimento del confronto e l’odio politico sono ormai una realtà. La responsabilità di questa commissione non può essere attribuita ad un Sindaco che ha dimostrato sudditanza alla sinistra massimalista, ma va cercata una figura che sappia rappresentare le istituzioni con equilibrio e rigore. Ormai il dibattito politico vive di solo odio. Non possiamo avallare questa deriva. Prendo per esempio quanto denunciato ieri dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni che è stata chiamata in giudizio perché complice di genocidio. Un’accusa tanto assurda quanto irreale che deriva, però, dal costante bombardamento mediatico di chi avvelena i pozzi e di un’opposizione irresponsabile. E fino a che ci si limita alla denuncia bene, ma se qualche scalmanato pensasse che si può andare oltre? Di casi simili ne abbiamo visti. Ecco perché è esiziale, oggi, cercare la verità anche nel Consiglio comunale di Genova”, conclude Matteo Rosso.

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