A poche settimane di distanza dall’ormai inoltrato 10 Febbraio, salta fuori una proposta coerente che -se attuata- riuscirebbe a suggellare la particolare solennità che ha contraddistinto le celebrazioni del Giorno del Ricordo di quest’anno.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, stigmatizzando una volta per tutte le tesi menzognere che considerano i massacri delle foibe una forma di ritorsione eseguita esclusivamente contro degli avversari politici, ha affermato con tangibile onestà storica e intellettuale che, al contrario delle anzidette insinuazioni, i cruenti avvenimenti del confine orientale sono stati <il frutto di un odio che era insieme ideologico, etnico e sociale>> e, quindi, mero spargimento di sangue innocente. Le parole del Capo dello Stato, secondo il parere del giornalista Toni Capuozzo, possono trovare una concretizzazione sostanziale soltanto attraverso la nomina a Senatore a vita di un esule istriano.
La proposta è stata lanciata dal giornalista e scrittore italiano nel corso di un convegno sulle foibe e sull’esodo giuliano dalmata tenutosi a Milano, organizzato dall’assessore alla Cultura del Municipio 2 Marzio Nava, con la presenza del presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Matteo Gherghetta. Dopo aver nominato Senatrice a vita Liliana Segre, donna sopravvissuta all’agonia del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, Toni Capuozzo ritiene opportuno che il Colle riservi lo stesso trattamento ai martiri delle foibe attraverso la nomina di un esule istriano a Senatore a vita. L’attuazione della proposta di Capuozzo rappresenterebbe l’ingresso ufficiale dei tristi accadimenti del Confine Orientale nell’immaginario popolare e istituzionale italiano. Un grande passo che ci condurrebbe verso un massiccio riconoscimento della barbarie comunista che, in caso dovesse divenire realtà, non può non essere accompagnato dalla revoca del titolo di Cavaliere di gran croce decorato di gran cordone al maresciallo Tito.