A volte bisogna fermarsi, riflettere sui propri errori e avere l’onestà intellettuale di fare retromarcia, soprattutto se l’errore è di grandi dimensioni. Tra i tanti difetti su cui il Movimento Cinque Stelle dovrebbe fermarsi a riflettere, tra cui anche la mancanza di onestà per fare mea culpa, forse ai grillini, di vecchia e di nuova generazione, va riconosciuta una certa caparbietà nel difendere le proprie idee. O meglio, solo una: hanno cambiato difatti parere su tutto (da “no tav” a sì tav, dal V-day a tre governi in cinque anni con tutti alleati diversi, da “basta euro” a europeisti), ma se c’è una cosa a cui i pentastellati non esitano a rimanere fedeli è lo sperpero di risorse pubbliche. Perché non importa quanto la spesa (e dunque l’errore commesso) sia stata grossa, promettere soldi pubblici “gratuitamente”, come se piovessero dal cielo, ha ancora un certo appeal su alcune fasce della popolazione, certamente più facili da strumentalizzare. Ecco, dopo che a livello nazionale il governo ha cancellato il Reddito di Cittadinanza, il Movimento Cinque Stelle continua testardo sulla sua linea: anche chi può lavorare deve essere mantenuto dallo Stato. E allora, impossibile da ricostruire a livello centrale, fregandosene di quanto sia stato dispendioso (35 miliardi in quattro anni), la brillante idea di Giuseppe Conte è stata quella di proporre il Reddito in ogni regione conquistata. Un’idea che sembrava detta in balia di uno stato altamente euforico dopo la vittoria in Sardegna di corto muso sulla destra. Ma la serietà con cui i grillini trattano gli sprechi pubblici non lascia scampo: ora la proposta di istituire un Reddito di Cittadinanza regionale arriva dal Consiglio campano, dove è stata depositato ufficialmente il disegno: “Mentre il governo volta le spalle a chi è più in difficoltà, noi – fa sapere Gilda Sportiello, coordinatrice locale del M5S – proponiamo una misura di welfare regionale che mira a colmare gli enormi disagi provocati dall’abolizione del reddito di cittadinanza, da noi istituito, senza aver fatto nulla in termini di reinserimento sociale e lavorativo per chi è in difficoltà economica ed occupazionale”. Un’accusa che lascia il tempo che trova: l’Assegno di Inclusione spetta a chi veramente ha bisogno di un sussidio, mentre il reinserimento sta avvenendo tramite il Supporto per la formazione e il lavoro; entrambe misure volute dal governo Meloni. Ma, fake news a parte, la proposta dei grillini campani non è stata accolta con euforia dal resto della sinistra. Neppure dal PD, neppure dallo stesso governatore De Luca che, avendo appoggiato il governo giallo-rosso, dovrebbe essere favorevole alla reintroduzione della misura. Ma, a quanto pare, i soldi dei campani sono già riservati a campagne mediatiche (e istituzionali) contro il governo Meloni e non c’è mica spazio per un nuovo Reddito di cittadinanza. De Luca ora fa il prudente: “C’è un tema su cui dobbiamo riflettere ed è il tema della povertà. Dobbiamo affrontarlo e confrontarci con tutti, ma sapendo che si fanno i conti con i bilanci. Quindi cose propagandistiche non se ne possono fare”. In altre parole, propaganda con i soldi della Campania la posso fare solo io. Voi continuate a farla con i soldi “nazionali”…
I problemi per i grillini non sono pochi: come pensano di attuare a livello regionale una misura bocciata a livello nazionale? E come pensano di adeguare le varie legislazioni regionali per non arrivare a squilibri tra i cittadini di diverse Regioni? Qual è il criterio per ottenere il nuovo Reddito regionale? Votare per il Movimento Cinque Stelle? La mancanza di risposte dimostra solo una cosa: che quella dei grillini è pura demagogia.