Fondamentalismo, Donazzan (FdI): “Difesa delle radici giudaico cristiane è unica speranza per il futuro dell’Europa”

“Nell’epoca del relativismo e dell’indistinto dobbiamo ritrovare il senso della nostra storia. Non è solo una questione culturale e politica, si tratta della nostra identità, che è qualcosa di più. Soprattutto in un’epoca cui l’Europa, e l’Occidente più in generale, è terra di conquista del fondamentalismo islamico.
Riconoscersi o meno in una identità forte che ha radici tanto nella tradizione giudaico cristiana quanto nel pensiero greco e nel diritto romano, costituisce una differenza fondamentale, da rimarcare con coraggio e determinazione”.

Così l’assessore regionale del Veneto di Fratelli d’Italia, Elena Donazzan, in occasione del seminario “Allarme Jihad: il modello Israele per difendere l’Italia?”, che ha raccolto in una tavola rotonda, oltre alla esponente del partito di Giorgia Meloni, anche Enrico Mairov, fondatore e presidente della Nuova UDAI 10.0, l’Unione Democratica degli Amici di Israele, e Ubaldo Alifuoco, presidente dell’Associazione 11 Settembre.

Dopo la ritirata delle truppe Nato dall’Afghanistan avvenuta nei mesi scorsi, torna a incombere la minaccia del terrorismo jihadista che anche l’Italia non deve sottovalutare, con l’adozione di contromisure per difendere i cittadini, gli spazi fisici e virtuali del Paese. Valutando, altresì, l’applicazione di buone pratiche e protocolli di sicurezza dello Stato d’Israele, da sempre baluardo di civiltà in Medio Oriente. Questi i temi trattati nell’iniziativa promossa da Donazzan e moderata dal caporedattore de Il Giornale di Vicenza, Marino Smiderle.

“Avere piena consapevolezza delle nostre radici è di fondamentale importanza – ha ribadito l’esponente di Fratelli d’Italia – non perché si debba fare una guerra di religione contro qualcuno ma perché se qualcuno dichiara di voler annientarci, come di fatto dichiarano i gruppi jihadisti, dobbiamo almeno essere consapevoli di chi siamo noi, perché noi siamo bersaglio, che cosa noi dobbiamo difendere”.

“I padri fondatori dell’Europa lo ebbero chiaro subito dopo la Seconda guerra mondiale e pensarono ad un’Europa cristiana, perché ritenevano il cristianesimo battesimo di armonia, civiltà e collante fra i popoli europei – ha incalzato Donazzan -. L’Unione europea di oggi sembra esserselo dimenticato, quando nasconde i suoi simboli cristiani o non insegna più a dire Buon Natale perché dice di non voler offendere i non credenti o gli altri credenti. Ma senza l’orgoglio delle nostre radici siamo destinati a non essere più nulla. Difendere le radici giudaico cristiane è un dovere per un europeo, è l’unica speranza per il futuro dell’Europa”.

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