“Il caso Kaufmann è solo l’epilogo più drammatico e scandaloso di un sistema costruito per gonfiare cachet e svuotare le sale.” Giorgia Meloni va dritta al punto e lo fa con un video forte pubblicato sui suoi canali social, annunciando la volontà del Governo di andare “fino in fondo” nella riforma del tax credit al cinema.
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La premier ha snocciolato cifre clamorose: film con appena 490 euro di incassi che hanno ricevuto 1,25 milioni di euro di fondi pubblici, oppure pellicole ancora in sala con appena 2.000 euro al botteghino ma già beneficiarie di mezzo milione. “Un sistema costato 7 miliardi di euro in otto anni”, ha denunciato, parlando di “truffe vere e proprie” e di “cachet milionari a fronte di incassi ridicoli”.
Nel mirino c’è un meccanismo opaco che – secondo Meloni – ha premiato sempre i soliti, gonfiando il portafoglio di pochi e lasciando a bocca asciutta chi fa davvero cultura. La riforma già varata introduce controlli più rigidi, sanzioni più severe e un tetto ai compensi di attori e registi finanziati con risorse pubbliche.
E per chi continua a difendere lo status quo? “Mi stupisce – ha detto la presidente – che ci sia ancora qualcuno pronto a giustificare questo sistema. Noi vogliamo un meccanismo trasparente e meritocratico. Senza rendite di posizione, senza imbrogli.”
Un colpo secco a una rendita opaca, in linea con quanto già fatto – ha ricordato Meloni – sul superbonus, sul reddito di cittadinanza e sulle frodi legate ai permessi di soggiorno. “Io non ho paura ad aggredire il malaffare”, ha concluso, puntando il dito contro gli attacchi al ministro Gennaro Sangiuliano come la reazione di chi teme il cambiamento.
“Siamo determinati ad andare avanti. Anche e soprattutto per il bene del cinema italiano.”