Quasi sessantamila voci, un solo cuore. E un Inno, il nostro, che risuona tra le gradinate dello stadio San Siro trasformato in una gigantesca discoteca patriottica. È accaduto sabato 28 giugno durante il live “San Siro Dance” di Gabry Ponte, il primo DJ italiano a far ballare lo stadio più iconico del Paese. Ma più che la musica, a rubare la scena è stato un momento simbolico: il lancio di Fratelli d’Italia e la risposta corale del pubblico.
Una vera e propria dichiarazione d’identità nazionale, diventata virale in poche ore. Migliaia di smartphone puntati verso il cielo, migliaia di voci che intonano l’Inno con orgoglio, in un’atmosfera da brividi. Nessuna coreografia imposta, nessuna regia istituzionale. Solo spontaneità, entusiasmo e sentimento.
Il video è rimbalzato subito sui social e ha emozionato anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha voluto commentarlo personalmente con un post su Instagram:
«Vedere decine di migliaia di giovani che cantano il nostro Inno con entusiasmo non ha prezzo».
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Un’immagine potente, che rovescia il pregiudizio secondo cui l’amor di Patria sarebbe cosa vecchia o retorica. A cantare non erano militanti in piazza o tifosi in curva, ma una nuova generazione libera, festosa, apparentemente distante dalla politica — eppure orgogliosa delle proprie radici. È l’Italia che non si vergogna della propria bandiera. Che non ha bisogno di manifesti o discorsi per esprimere un senso di appartenenza. Basta una base musicale, e il resto lo fa il cuore.
Gabry Ponte — già autore del brano “Tutta l’Italia”, simbolo della sua partecipazione all’Eurovision — ha sempre rivendicato con fierezza il legame con la Nazione. «È un pezzo che celebra l’italianità nel mondo ed è il messaggio della musica che deve passare», aveva detto alla vigilia del contest europeo. E anche stavolta, senza premi o classifiche, è riuscito a toccare una corda che vale più di qualsiasi podio.
Per una notte, San Siro non è stato solo palco e luci. È stato teatro di un sentimento collettivo, di un’Italia che balla e si riconosce. Inno compreso.