«Piazza Italia si è ormai affermata come punto di riferimento della politica territoriale e nazionale. Abbiamo sfidato il clima torrido di questa settimana e potuto constatare che i cittadini cercano il confronto con le istituzioni molto più di quanto si pensi e chi non si renderà disponibile a un ritorno alle comunità sociali sarà travolto. Diversi i temi affrontati, dall’energia ai migranti. Si tratta delle principali criticità nazionali e globali》. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia in un’intervista sul Tempo di oggi.
《 È importante confrontarsi e cercare le soluzioni più convincenti, anche facendo capire alle lobby che esiste e resisterà un’area critica – nel senso filosofico del termine – che non se la beve, che vuole capire cosa c’è dietro le speculazioni sul prezzo dell’energia e lo sfruttamento dell’immigrazione, senza accettare le ricostruzioni parziali del politicamente corretto o dei comitati d’affari».
E sul coinvolgimento delle opposizioni, invitate ai dibattiti Rampelli dice: «Troppo spesso quando si sta in Parlamento prevale l’autostima e si antepone lo spirito di fazione al pragmatismo che sarebbe necessario per risolvere i problemi. Nelle tavole rotonde si parte da diversi punti di vista, ma si cercano i punti di contatto. È una prassi benefica». Il centrodestra che emerge da “Piazza Italia – osserva Rampelli è «un centrodestra maturo e consapevole della grande sfida che ha di fronte. La certezza che Giorgia Meloni è la donna giusta al posto giusto nel momento giusto, “persona non ricattabile”, come si è definita mesi fa. Un’occasione da non perdere per far ripartire l’Italia». “Piazza Italia” per Fdl rappresenta il legame con la città e i cittadini: «Al governo o all’opposizione non rinunciamo al radicamento sul territorio e nelle categorie, all’ascolto dei cittadini e dei corpi intermedi, ad aggiornare il progetto di un’Italia più forte in un’Europa politica autorevo le, protagonista nel mondo».
«La realtà della destra romana non ha solo fondato Fratelli d’Italia, ma l’ha creata in potenza già dagli anni in cui prendeva forma nel Msi degli anni ’80 una sua idea diversa. Una destra che prendeva sign ifìcat ivame n te le distanze dal fascismo per storicizzarlo, che accantonava le ideologie e si faceva comunitaria, che interpretava l’identità come difesa delle differenze nel mondo e non come opzione suprematista, la destra sociale che sarebbe stata destinata a sfondare tra le categorie più fragili e nelle periferie delle grandi città facendo di sé stessa un laboratorio culturale senza mai rinunciare al senso dello Stato e all’orgoglio nazionale. Con queste caratteristiche sarebbe nato, come è stato – un partito-guida della nazione con un leader pronto a dare la rotta all’Italia, all’Europa e all’Occidente. Per scuotere il bel mondo di cui siamo diventati espressione un po’ ingiallita e riportarlo ali orgoglio dei valori da cui promana la nostra civiltà».