“Le dichiarazioni fuori posto di Justin Trudeau trovano subito sostegno in certa sinistra, sempre pronta a schierarsi contro l’Italia. Poco importa a certi propagandisti che dare ragione al primo ministro canadese comporti dare torto anche a se stessi, visto che le leggi oggi vigenti sono le stesse di quando erano al governo: l’importante è essere contro Giorgia Meloni”.
Lo dichiara il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan.
“Le parole del leader nordamericano sono completamente infondate, continua il presidente Malan. Un Paese che consente l’infame mercato dell’utero in affitto, in cui le donne sono ridotte in schiavitù riproduttiva, perdono per contratto la sovranità sul proprio corpo e i bambini diventano merce in vendita, ha davvero poco da insegnare sui diritti umani e ancor meno ce l’ha un primo ministro che ha bloccato i conti correnti di chi protestava contro i suoi provvedimenti, privando famiglie del sostentamento e della proprietà privata”.
“Emerge poi, prosegue Malan, una buona dose di ipocrisia oppure una memoria molto corta proprio in materia di tutela delle persone LGBTQ. Facile infatti trovare su internet il video in cui, il 14 febbraio 2020, Trudeau si inchina deferente a Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri dell’Iran, dove per gli atti omosessuali c’è la pena di morte, per una legge esplicitamente difesa pochi mesi prima in un’intervista dallo stesso Zarif con la motivazione che il suo Paese ‘ha principi morali’. Troviamo anche notizie di cordialissimi incontri con leader di altri Paesi che puniscono l’omosessualità con morte, fustigazione, decenni di carcere, come Emirati, Malesia, Nigeria, senza che mai emergano appelli in merito”.
“Il problema di Trudeau è che in nove degli undici sondaggi degli ultimi due mesi è dietro al suo avversario conservatore, non supera il 26 per cento dei consensi e così usa il G7 per un po’ di propaganda interna” conclude Lucio Malan.