Del riuscito e, per certi versi, storico G7 italiano in Puglia, potevano essere raccontate tante cose. Specialmente la stampa nostrana aveva l’occasione di narrare ai propri lettori come l’influenza italiana si sia fatta sentire, forte e chiara, sui potenti del mondo, sulle scelte conclusive del summit. La volontà di voler appoggiare l’Italia nel suo progetto di sviluppo del continente africano (il Piano Mattei), l’approccio italiano sui migranti che, dopo aver ottenuto già il seguito dell’Europa, ha ricevuto il sì anche dei grandi sette. I media stranieri si soffermano invece sul raggiungimento dell’accordo in merito a nuovi aiuti all’Ucraina, un accordo storico che destina ben 50 miliardi al governo di Kiev provenienti dai beni russi immobilizzati.
A scapito della Puglia
E invece no, la stampa italiana piuttosto ha preferito descrivere quei due giorni a Borgo Egnazia come una sorta di “Disneyland”, quasi un circo con fenomeni da barraccone, soffermandosi sulle tigri dello zoo di Fasano, sulle burratine servite per cena ai commensali, sugli abiti e sulle acconciature degli invitati. Il tutto a scapito non solo dell’Italia, a cui non vengono riconosciuti i suoi passi in avanti in campo internazionali (anche se sappiamo che il vero obiettivo di una tale strategia non è l’Italia in sé, ma chi le ha permesso di farli, quei passi in avanti), ma a scapito anche della Puglia, come del Meridione, che poteva vivere un momento di riscatto ma che viene legata a quei tipici luoghi comuni che la danneggiano. È bastato, d’altronde, che fosse il governo di centrodestra a scegliere la Puglia come sede del G7 per stravolgere la sua narrazione: da luogo di vacanze prediletto di radical-chic a terra di cafonate e fatti ridicoli.
Il merluzzo di Macron
In prima linea in questa strategia di delegittimazione del governo, della Puglia, dell’Italia, non poteva non esserci Repubblica, che ci tiene a sottolineare che “la campagna di terra rossa e muretti a secco è diventata un maxi luna park di potere, bizze e lusso”. Dopodiché, si parte con le inchieste da grande giornalismo. La prima svela il mistero del menù che ha addolcito i palati degli intervenuti: “Hanno mangiato burratine e la focaccia, i salumi tipici, un primo a base di gnocchi di pane e olive, e come dessert pure il “sporcamuss”, dolce tipico barese”. L’inchiesta va avanti con le parole dello chef, Massimo Bottura, che ha raccontato quanto il presidente francese Macron abbia apprezzato il “merluzzo con i profumi mediterranei”. Repubblica, insomma, preferisce parlare del merluzzo piuttosto che della figuraccia di Macron, che voleva far campagna elettorale al summit più importante al mondo.
Se questa è informazione
Repubblica, in gran rispolvero, dà alla Nazione una notizia sensazionale: a Borgo Egnazia sono giunte due amichette di Ginevra, la figlia della Meloni: “Certo, Borgo Egnazia è il luogo dei sogni, le piscine, le mille e una notte, ma la bambina si annoiava e così nelle scorse ore sono arrivate a trovarla due sue amichette pugliesi con le quali spesso trascorre le vacanze estive nella regione”. Poi il pezzo forte: il racconto della delegazione indiana in cerca delle “tigri pugliesi”: “Ci ha messo pure un concierge a capire cosa gli stavano chiedendo quegli indiani: continuavano a parlare di un bosco e delle tigri, citavano le immagini di un matrimonio che aveva avuto una grande eco mediatica, volevano vedere quei luoghi. “Ma dove le troviamo le tigri?”. Ah, ecco. Poi è arrivata l’illuminazione: lo zoo Safari di Fasano!”. Qualche gioia, tuttavia, ce la regala anche il Corriere, impegnato a giudicare l’acconciatura dell’ambasciatrice Elisabetta Belloni: “Capelli biondi phonati come un’attrice di Hitchcock, diafana, l’altro giorno con una giacca a fiori tipo certi divani delle pensioni di Rimini anni Sessanta”. Il sessismo esiste solo quando dicono loro. Ma almeno un po’ di rispetto per una figura diplomatica di spessore, prima donna a ricoprire l’incarico di Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Il succo della questione è questo: pur di non riportare un racconto veritiero, quello cioè dell’Italia tornata protagonista nel mondo grazie al Governo Meloni, la stampa italiana preferisce perdersi in dibattiti da prima donna e scoop di poco conto. Se questa è informazione.