Galli della Loggia, la calura estiva e il parallelo tra Le Pen e Meloni.

In Francia si è votato domenica per le Regionali e Le Pen è andata decisamente male. Il fenomeno ha cause più antiche e più recenti, ma all’editorialista mainstream tutto ciò importa poco, anche perché non le conosce. Gli basta per decretare la crisi o la fine del “Sovranismo “, soprattutto di quello italiano, che lo preoccupa più di tutti.

Il metodo è sempre quello: pur conoscendo pochissimo la storia e la politica di un paese, l’editorialista mainstream funziona cosi: quando i sovranisti vanno bene, il pericolo è dietro l’angolo, quando vanno male, il sovranismo è finito. E spesso passano solo poche settimane dalla prima affermazione alla seconda. In più, la Francia è sempre più oggetto di attenzione perché, nella sua superficialità, l’editorialista mainstream crede che ciò che avvenga oltralpe si verificherà poi anche in Italia.

Ora niente di tutto questo è vero. Mai e dico mai, nella storia recente, la Francia è stata anticipatrice dell’Italia: i due sistemi politici sono cosi agli antipodi, che questo è ovvio che non possa accadere. Nel caso specifico poi del lepenismo, il sovranismo italiano non è assolutamente in debito di quel fenomeno. Non lo è la Lega di Salvini, che pure appartiene a Bruxelles allo stesso gruppo del Rn , e lo è ancora meno Fratelli d’Italia, i cui rapporti con Marine Le Pen sono sempre stati nulli.

Questo perché il Rn è talmente figlio del contesto francese, che a nessuno minimamente dotato di senno verrebbe in mente di scimmiottarlo. Il sovranismo italiano, o per meglio dire il conservatorismo patriottico nel caso di Fratelli d’Italia, è figlio della storia italiana. Ragion per cui un eventuale tracollo di Le Pen non avrebbe alcun effetto sulla sua vita. Scriviamo eventuale perché esso è ancora tutto da dimostrare. Le regionali di qualche giorno fa hanno visto una astensione record che ha colpito soprattutto Le Pen, il cui partito manca da sempre di classe dirigente locale. Cause antiche e recenti, che certo sottendono una crisi, della leadeship di Le Pen soprattutto e non delle idee sovraniste.

Come ha mostrato una inchiesta di “Le Monde” di ieri le idee lepeniste sono sempre più diffuse: solo che molti elettori non scelgono Le Pen pur condividendole. Per cui, meglio rivedersi alle presidenziali per decretare la morte politica di qualcuno. Ma tutto questo all’editorialista mainstream importa poco, dicevamo. Gli importa istituire un parallelo assolutamente incongruo tra Le Pen e Giorgia Meloni, per poi lanciarle un monito : se non vuol fare la fine di Le Pen (quale fine poi?)  Meloni deve esprimere parole chiare sulle “leggi razziali” e sulla “vittoria delle forze alleate nella seconda guerra mondiale “.

Lasciamo perdere le leggi razziali e l’antisemitismo, su cui comunque Fratelli d’Italia si è sempre espresso chiaramente. Soffermiamoci sulla seconda guerra mondiale e immaginiamoci una conferenza stampa in cui Giorgia Meloni, con tono ispirato e grave, afferma “si, che gli Alleati abbiano vinto nel 1945 è certamente un evento positivo”. Tutti probabilmente penserebbero ad uno scherzo. Ma non scherzava l’editorialista del “corriere della sera” di oggi, Ernesto Galli della Loggia, a chiedere questo al leader di Fratelli d’Italia. La quale, essendo presidente di un gruppo, quello dei Conservatori europei, in cui fino a ieri il partito più importante era quello di Churchill, l’artefice della vittoria, può certo farsi grasse risate e rimandare alla calura estiva l’origine di certe intemerate.

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Marco Gervasoni
Marco Gervasoni
Marco Gervasoni (Milano, 1968) è professore ordinario di Storia contemporanea all’Università degli Studi del Molise, editorialista de “Il Giornale”, membro del Comitato scientifico della Fondazione Fare Futuro. Autore di numerose monografie, ha da ultimo curato l’Edizione italiana delle Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia di Edmund Burke (Giubilei Regnani) e lavora a un libro sul conservatorismo.

2 Commenti

  1. tutti pronti a sproloquiare come quando Galli della Loggia dice che la Meloni dovrebbe far cacciare dai suoi comizi la gente di Casa Pound o di Forza Nuova, ignorando completamente che ai comizi della Meloni non ci vengono, perché detestano Fratelli d’Italia che non è mai sceso a “marchette” di voto con loro nemmeno quando non si andava oltre il 3%. Quindi, se si vuole davvero guadagnare lo stipendio, Galli della Loggi si informi visto che dovrebbe essere un giornalista.

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