di Alessandro Zehentner
Da oggi i cittadini e le aziende spagnole e portoghesi hanno una certezza; dalla prossima settimana il prezzo del GAS da loro acquistato crollerà grazie al tetto massimo al prezzo del GAS autorizzato della Commissione Europea.
È certamente una ottima notizia per l’intera Penisola Iberica e per l’economia delle aziende locali, è però una notizia meno buona per tutti noi italiani, prevalentemente per due motivi;
1) Si penalizzano fortemente le aziende italiane, spesso in concorrenza diretta con quelle spagnole (nel settore turistico, siderurgico, chimico, nelle vetrerie, nei cementifici, nella trasformazione gomma, cartiere ed in altri settori trainanti della nostra economia)
2) Si creano enormi disparità di trattamento tra utenze domestiche della Penisola Iberica e quelle italiane.
Lo sconto in bolletta sarà immediato, dalla prossima settimana il gas distribuito dalle reti spagnole e portoghesi, grazie al tetto massimo al prezzo concesso loro dalla Commissione Europea, costerà 40 Euro a MWh, circa la metà di quanto costerà in Italia (secondo il prezzi TTF/Title Transfer Facility di Amsterdam).
Le ricadute positive per gli iberici (negati per l’Italia) saranno immediate e si rifletteranno sul prezzo del GAS distribuito in rete, prezzo che ovviamente comprenderà altri oneri aggiuntivi come le quote di Emissione CO2.
Va aggiunto anche che i produttori di energia iberici continueranno a comprare il gas dalla Russia allo stesso prezzo dell’Italia, la differenza tra quanto pagato e quanto riconosciuto con il tetto al prezzo nella distribuzione verrà compensato dalle “altri fonti energetiche”, in primis le rinnovabili (senza aggravi per i conti pubblici).
Gli spagnoli, evidentemente certi che la deroga sarebbe stata loro concessa dagli uffici di Bruxelles, si erano già portati avanti il 13 maggio 2022 varando il tetto massimo i”n attesa della autorizzazione europea”, autorizzazione puntualmente arrivata.
Il fatto che più stupisce è che si stia aiutando chi meno aveva bisogno dell’aiuto (creando una forte disparità di trattamento per le famiglie ed aziende italiane e quelle spagnole) in quanto, mentre l’Italia ha una dipendenza elevatissima dal GAS russo, la Spagna acquista solo il 5,7% del Gas dalla Russia (contro il 38,2% importato dall’Italia), il resto proviene da Nigeria, Stati Uniti, Algeria e Marocco).
Sempre la Spagna ha una produzione di energia da fonti rinnovabili invidiabile (il 46,7% del consumo interno contro il 41% dell’Italia prevalentemente concentrato su impianti per autoconsumo) ed ha ben sei rigassificatori sui 20 presenti in tutta Europa (l’Italia ne ha tre) ed oltre a ciò la Spagna ha già attivi tre siti di stoccaggio.
I cugini iberici hanno anche altri numeri invidiabili, conti alla mano hanno il 30% della capacità di stoccaggio ed il 27% della capacità di rigassificazione di tutta l’Europa, numeri che ci fanno impallidire e che rendono ancora più incomprensibile questa eccezione europea a tutto svantaggio dei consumatori (aziende e privati) italiani.
I risultati di tale disparità di trattamento da parte della Commisiione Europea saranno immediati e gli squilibri dati dai costi di energia pagati dalle aziende concorrenti italiane e spagnole produrranno uno spostamento immediato dei vari portafogli ordini dei clienti a livello mondiale a tutto danno dell’Italia e della nostra produzione nazionale.
Tutto questo non ci porta certo a criticare gli spagnoli ed i portoghesi, si sono battuti per i loro paesi e per le loro aziende con risultati che porteranno loro dei benefici immediati.
Il tetto al prezzo del GAS è una soluzione che anche Fratelli d’Italia ha richiesto a gran voce ma in Italia esiste una variabile che altri non hanno; il cosiddetto Governo dei Migliori, Governo che nessuno ci invidia e che ha permesso che dal prossimo lunedì i mercati dei nostri vicini Spagna e Portogallo, paesi con situazioni geografiche ed economiche molto simili alle nostre (se non addirittura migliori in molti casi) possano godere di un trattamento privilegiato, ad oggi a noi ancora incomprensibilmente precluso, da parte delle Istituzioni Europee che vedono a capo della Commissione Europea dell’Economia (e del Coordinamento Europeo degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile) proprio l’italiano Paolo Gentiloni.
Verissimo. Inoltre Draghi come presidente BCE i soldi per la Grecia non li trovava e l’austerità era l’unica ricetta, mentre ora che la crisi economica in Europa è più pesante di allora i soldi per le armi all’Ucraina, paese produttore di armi al quarto posto mondiale per la produzione di armi negli anni recenti (2018-19), li trova eccome ! Soldi per armare non soldi per pacificare… Gli accordi diplomatici sono stati fatti a Minsk anni fa ed è l’Ucraina che non li ha rispettati nei confronti dei cittadini etnicamente e linguisticamente diversi nel Donbass… come se noi in SudTirolo vietassimo la lingua tedesca, le scuole tedesche e inoltre poi sparassimo ai cittadini italiani di lingua tedesca che vogliono continuare a parlare la loro lingua ! Con le armi non si costruisce la pace, si fomenta solo la guerra. Con le sanzioni energetiche si fa fallire l’Italia, non certo si interrompe il conflitto… e lui pensa al catasto, a luglio privatizza l’acqua, anticamera del futuro esproprio delle case degli Italiani.. Il 21 giugno quando Draghi riferirà in Parlamento, convincete Lega e forzitalia a far cadere il governo !!!
Convincere Lega Nord e Forza Italia a fare cadere il governo è come convincere un tirchio a spendere soldi per organizzare una festa con champagne e cotillons.
Il governo che c’è ora in Italia può cadere solo in un modo: alla stessa maniera che fu fatto cadere il governo del Fronte Popolare nella Spagna del 1936, cioè con un golpe. So che qualcuno potrebbe pensare che io sono paranoico con questa storia di Franco, la Falange, etc., etc., però a volte non crediamo agli esempi che ci fornisce la storia passata. Però qualcuno dovrebbe iniziare a prepararsi anche all’ipotesi che, se vincesse FDI le prossime elezioni politiche con una vasta maggioranza, potrebbe arrivare un diktat da Bruxelles e il presidente della Repubblica offrisse l’incarico non a Giorgia, ma chiamasse un Letta, un Renzi, un Conte della situazione per creare una maggioranza di governo fasulla, con magari un appoggio esterno di Forza Italia. In quel caso cosa bisogna fare? Abbozzare e continuare a blaterare di opposizione, oppure trovare gli attributi per prendere l’iniziativa?
Sono cosciente del fatto che in Italia il nostro esercito e le nostre forze di polizia attuali sono più propense a sostenere chi gli da lo stipendio e che gli fa guadagnare soldi con inutili missioni in Afghanistan, Golfo di Aden, Kossovo, etc., invece che riflettere sulla situazione del paese, ma come disse Lord Petyr Baelish a Sansa Stark nel Trono di Spade “A volte io faccio un gioco: in ogni situazione immagino tante soluzioni diverse e trovo quella adatta a come vorrei io che finissero le cose”.
Secondo me anche Giorgia dovrebbe iniziare a praticare questo gioco.
Vorrei fare solo un’altra piccola precisazione riguardo a come i leader della Spagna sono sempre stati capaci di condurre la propria nazione senza assecondare il volere altrui:
Nel 1940 un certo Francisco Franco fu capace di tenere fuori la Spagna dalla Seconda guerra mondiale, tenendo testa alle pretese di Hitler e Mussolini, anzi cercò persino di dissuadere Mussolini dall’impegnarsi troppo nel conflitto mondiale (restano note le sue parole al Duce durante l’incontro di Bordighera, subito dopo la notizia del raid della Royal Navy contro Genova, Savona e Vado Ligure, “Mi querido Duce, si Usted ahora mismo pudiera retirarse de la contienda, algo que parece muy conveniente, no lo hiciera?”).
Ecco la differenza tra i nostri leader e quelli della penisola iberica.
¡Arriba España!
¡España, Una, Grande y Libre!
¡Arriba F.E. de las J.O.N.S.!
Draghi è solo il tirapiedi di Macron.
È uno di quelli che le guerre bastava combatterle seduti su una poltrona, a colpi di P.I.L., Spread e Debito estero, distruggendo e facendo morire di fame nazioni intere a vantaggio delle grandi banche.
In pratica uno dei tanti codardi al comando nel mondo di oggi.
Spagna e Portogallo, a prescindere da chi è stato al governo, hanno sempre avuto dei leader che hanno prima guardato gli interessi della propria nazione.