Fermi tutti. Cosa si intravede all’orizzonte, lì a sinistra? Ah, già: è la solita opposizione che si accascia su se stessa dopo l’ennesima figuraccia in ambito internazionale.
Ebbene sì, perché dopo giorni di polemiche, accuse e invettive contro la posizione del Governo Meloni su Gaza, il riconoscimento della Palestina e chi più ne ha più ne metta, è bastata una dichiarazione di tre minuti del Presidente del Consiglio a New York per rimettere ordine nel caos.
Liberazione degli ostaggi e smantellamento di Hamas: queste le due condizioni fondamentali dettate da Giorgia Meloni per costruire una base reale su cui poter eventualmente riconoscere uno Stato palestinese.
Un concetto semplice, ma cruciale. Perché va ricordato che non può esistere uno Stato senza popolo, territorio e soprattutto sovranità.
E come si può parlare di sovranità laddove il territorio e la popolazione sono sotto il controllo di un’organizzazione terroristica?
È tutto qui il nodo della questione. Ed è proprio qui che la proposta italiana vuole incidere. Riconoscere oggi la Palestina significherebbe, di fatto, legittimare Hamas.
Ha senso? No. Così come non hanno senso le accuse della sinistra, che sembrano più orientate alla propaganda che a una reale riflessione strategica.
L’Italia, invece, coerentemente, sostiene da sempre l’unica soluzione razionale possibile: due popoli, due Stati. Ma per arrivarci servono passi concreti, non dichiarazioni simboliche buone solo per i titoli di giornale o per fare contenti certi ambienti internazionali.
Non si costruisce la pace con le scorciatoie ideologiche. Riconoscimenti fittizi rischiano di essere solo benzina sul fuoco: utili a qualche narrazione politica, ma inutili – se non dannosi – per chi vive ogni giorno sotto le bombe o sotto la minaccia di un regime armato.
Il nostro Paese continuerà a battersi per una soluzione reale e sostenibile, con strumenti diplomatici seri e con una visione chiara. Altri, nel frattempo, possono continuare a brandire le armi dell’ideologia. Ma la realtà, prima o poi, presenta sempre il conto.