Gaza. Terzi (FdI): piano Trump è impegno costituente e non declaratorio per la Palestina

“La proposta presentata dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre la parola fine alla guerra a Gaza, oltre ad esser fortemente appoggiata da Israele, sembra – almeno in principio – ben accetta anche da Paesi a forte componente islamica. Il piano americano presenta diverse impronte della Road Map 2003, linee guida basate sul Trattato di Oslo e quindi sul diritto internazionale vigente. Le 20 linee d’azione del piano americano per Gaza sono chiaramente improntate a un percorso preciso, costitutivo e non essenzialmente declaratorio. Si propone una entità di governo palestinese a Gaza e in Cisgiordania, che rivesta importanti caratteri di statualità, concetto che resta attualmente non accettabile per Gerusalemme”. 

Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della Commissione politiche Ue. 

“Gli echi della Road Map del 2003 sono numerosi”, precisa Terzi: “autorità di transizione; board di garanti; fasi progressive e verificabili per sicurezza; demilitarizzazione di Gaza; eliminazione del terrorismo; deradicalizzazione nelle scuole; sicurezza; liberazione di tutti gli ostaggi di Hamas in cambio di una elevato numero di detenuti palestinesi; iniziative di sviluppo e di consolidamento della governance palestinese attraverso prima un’entità transitoria a composizione internazionale, e poi trasformarsi a una forma di autogoverno espresso da libere elezioni, su un territorio definito, attraverso negoziati tra le due parti, israeliana e palestinese. Rispetto agli Accordi di Oslo, oggi gli attori per il Presidente Trump e il Primo ministro Netanyahu non sarebbero più quelli del Quartetto: al momento Russia, ONU, e UE in quanto tale non fanno parte del Piano”. “Dal punto di vista politico”, riflette il presidente della Commissione politiche Ue, “soprattutto per quanto riguarda l’influenza e il ruolo delle principali realtà globali che hanno interessi in Medio Oriente dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, il piano annunciato dal Presidente Trump sposta nettamente, con modalità apprezzabilmente costruttive, l’asse e la dinamica dello scenario. In particolat modo per ciò che concerne i coinvolgimenti esterni ai protagonisti del conflitto in atto a Gaza e contro lo Stato di Israele. In primis – prosegue –  è chiaro dal piano che Russia e Cina siano destinate a restare in tribuna. Così non deve essere per l’Unione Europea, naturalmente, i cui Stati Membri devono cogliere la straordinaria opportunità di questa nuova fase per trovare con Washington una più coesa e coerente politica mediorientale e mediterranea. Di certo con questo piano oggi Israele – e questo è l’elemento decisivo per tutto il quadro in Medio Oriente – ‘blinda’ la sua alleanza con gli Stati Uniti non solo nella gestione della crisi di Gaza, ma in una visione comune di lungo termine. Non a caso Netanyahu ha insistito sugli straordinari risultati ottenuti insieme a Trump contro l’Iran nucleare, e contro il terrorismo di Hamas e di Hezbollah. Non credo vi possano essere dubbi sulle prospettive incoraggianti che ora si aprono anche per l’Italia e per l’UE: è l’occasione di dimostrare il nostro impegno a rafforzare sempre più la coesione euroatlantica e dell’intero Occidente. Per tutti questi motivi, è tempo di una politica europea realistica e puntuale sulla questione che nelle ultime settimane ha affaticato il dibattito pubblico tra ‘riconoscimenti’ di uno Stato palestinese ancora inesistente nei suoi elementi più basilari e costitutivi. L’Italia, come dichiarato nella nota di Palazzo Chigi sulla proposta americana, sosterrà gli sforzi di Washington per la ripresa di un dialogo tra Israele e i palestinesi, perché una pace giusta e duratura è possibile in Medio Oriente, con uno Stato di Israele e uno Stato palestinese che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza, e con la piena normalizzazione di Israele con le Nazioni arabe e islamiche” conclude il presidente Terzi.

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