George Simion e la Romania che sfida le élite: il patriottismo al centro della nuova sfida politica europea

Introduzione a un Manifesto di Riscatto Nazionale

Nella corsa alla presidenza della Romania del 4 maggio 2025, George Simion, leader dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), presenta un programma che si impone come una dichiarazione di guerra alle élite progressiste e globaliste. “Planul Simion“, il programma inizialmente concepito per le elezioni parlamentari, rappresentava già un progetto organico di rinascita nazionale: patriottico, conservatore, radicalmente occidentale nella sua proiezione internazionale. Oggi, nella veste di candidato alla presidenza, Simion conferma e approfondisce quella linea, dimostrando coerenza e una visione strategica di lungo periodo. Un programma che, per impianto e tono, risuona di consonanze profonde con quello di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, pur mantenendo una specifica impronta romena. In un’Europa in cui molte forze politiche sembrano oscillare tra globalismo e identitarismo retorico, Simion si distingue per la coerenza e la concretezza delle sue proposte.

Patriottismo e Sovranità: L’anima del “Planul Simion”

Nel cuore del progetto di Simion troviamo un patriottismo assertivo: la Romania come “casa comune” da difendere, ricostruire e rilanciare. Come FdI in Italia, AUR punta sulla difesa dell’identità nazionale, della sovranità economica ed energetica, del diritto dei popoli a decidere il proprio destino. Non si tratta di un patriottismo chiuso o nostalgico, bensì di una visione dinamica, che guarda con orgoglio al passato per costruire il futuro.

La centralità della “suveranitate” emerge in ogni sezione: dal progetto del Fondo Sovrano di Investimenti, destinato a proteggere e valorizzare le risorse naturali romene, alla ferma volontà di contrastare il “supra-stat federalist” europeo, difendendo una “Europa delle Nazioni”. A questo si aggiunge la difesa della proprietà nazionale dei settori strategici come l’energia e le infrastrutture, e l’affermazione di un diritto imprescindibile del popolo romeno a decidere autonomamente il proprio modello di sviluppo.

Economia: Capitalismo Nazionale e Uguaglianza di Opportunità

Simion individua nei governi PSD-PNL degli ultimi anni la causa della crisi economica: deficit record, debito esplosivo, stagnazione industriale. La sua risposta è un modello di capitalismo nazionale: rilancio dell’industria locale, sostegno prioritario alle PMI romene, contrasto alla delocalizzazione dei profitti da parte delle multinazionali. Il modello punta su uno Stato snello ma strategicamente presente, capace di difendere l’interesse economico romeno.

Come il programma economico di Meloni, anche quello di Simion rifiuta l’austerità cieca e punta alla crescita: salari medi netti sopra i 2000 euro/mese in quattro anni, raddoppio del PIL nominale entro il 2031, abbattimento del deficit sotto il 3%. Accanto a questi obiettivi, il “Planul Simion” propone politiche fiscali favorevoli al lavoro e all’investimento produttivo, semplificazione amministrativa e una drastica riduzione della burocrazia. La visione economica presidenziale conferma questa impostazione, puntando a ricostruire un tessuto industriale solido e a garantire benessere diffuso.

Sicurezza Energetica e Strategia Industriale

La sovranità energetica è dichiarata priorità strategica. Simion intende estrarre e raffinare in patria il gas del Mar Nero, completare opere come la centrale idroelettrica di Tarnița-Lăpușești, potenziare l’industria petrolchimica e nucleare, mantenendo in attività le centrali a carbone in attesa della completa transizione energetica. Questo approccio consente di preservare la sicurezza nazionale e la competitività industriale.

Questa visione pragmatica – non ideologica – della transizione verde, ricorda molto l’approccio adottato da Giorgia Meloni rispetto al Green Deal: salvaguardare l’ambiente sì, ma senza sacrificare economia e sovranità. Simion propone una “transizione giusta”, rispettosa della realtà sociale ed economica romena, senza cedere a diktat esterni. La nuova piattaforma presidenziale ribadisce la necessità di un equilibrio tra sviluppo sostenibile e salvaguardia delle esigenze nazionali.

Occidente, non Globalismo: una Romania pienamente Euro-Atlantica

Contrariamente alle accuse mosse da ambienti liberal, Simion rivendica con forza l’appartenenza della Romania al mondo euro-atlantico: pro-NATO, pro-UE (ma su basi di sovranità), pro-Stati Uniti. Il legame con Washington viene visto come pilastro insostituibile della sicurezza nazionale.

La sua linea politica è netta: adesione irremovibile a NATO e Unione Europea, ma ferma opposizione alla “centralizzazione” delle decisioni a Bruxelles e alla riduzione del voto unanime. La Romania è chiamata a rivendicare la parità tra Stati membri, rinegoziando dossier come il Green Deal e il PNRR, così come Fratelli d’Italia sostiene il primato degli interessi nazionali italiani. Simion rivendica una politica estera multilaterale, aperta anche a nuove alleanze strategiche in Asia, Africa e America Latina. La presidenza che propone intende rafforzare la voce della Romania nel concerto occidentale, senza subalternità.

Difesa della Famiglia, Identità, Tradizione

Il programma è impregnato di una visione antropologica conservatrice: sostegno alla famiglia naturale, promozione della natalità, lotta contro l’indottrinamento ideologico nelle scuole. Si delinea una politica culturale ispirata ai valori cristiani e alle radici europee, in aperto contrasto con le derive progressiste.

Come FdI, anche AUR riconosce nella famiglia tradizionale e nelle radici cristiane le fondamenta della civiltà europea. Questo approccio non è retrogrado, ma consapevole: la tutela dell’identità è condizione di libertà e pluralismo reale, non ostacolo. Simion, da candidato alla presidenza, ribadisce la centralità di questi principi nella costruzione di una società armoniosa e resiliente.

Diaspora Romena: una priorità nazionale

Altro punto fortemente sentito è il legame con la diaspora. Simion vuole rendere più facile il ritorno dei romeni emigrati, offrendo facilitazioni economiche, politiche di reintegrazione e piena tutela culturale. È previsto anche il rafforzamento delle scuole di lingua romena all’estero e l’assistenza giuridica ai connazionali.

Il richiamo ai cittadini espatriati come parte viva della nazione ricalca l’impostazione di Meloni verso gli italiani all’estero: nessuna comunità deve sentirsi dimenticata. La diaspora non è vista solo come risorsa economica (rimesse), ma come parte integrante della costruzione della nuova Romania. Simion intende coinvolgere attivamente le comunità romene d’oltremare nelle scelte strategiche del Paese.

Simion Presidente per un fronte sovranista e occidentale

Il “Planul Simion” è, in definitiva, il manifesto di una Romania che non rinnega l’Occidente ma sfida il globalismo. Una Romania che difende le proprie radici, combatte l’asservimento economico e pretende rispetto e dignità nella casa comune europea. Non è un progetto di isolamento, ma di rinascita nella piena autonomia decisionale.

Nella lotta per la presidenza, George Simion si presenta non solo come il leader della Romania patriottica, ma come un anello della catena più ampia che – da Roma a Bucarest, da Varsavia a Madrid – combatte per un’Europa delle nazioni, delle tradizioni e della libertà. In questo senso, il progetto AUR rappresenta uno dei più coerenti e ambiziosi tentativi di ridefinire la sovranità nazionale all’interno di una visione occidentale, senza cedere alla tentazione isolazionista ma affermando con forza i diritti dei popoli a vivere secondo le proprie tradizioni, identità e aspirazioni. La candidatura di Simion alla presidenza appare così come la naturale prosecuzione di un percorso politico chiaro, determinato e profondamente ancorato alla realtà storica e culturale romena.

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Leo Valerio Paggi
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Leo Valerio Paggi per La Voce del Patriota.

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