Germania: mascherine all’Italia solo se avanzano

“Le sciagure non vengono mai da sole” recita un vecchio adagio popolare, e la situazione attuale non sembra fare eccezione. Sì, perché oltre a fronteggiare il coronavirus, in Italia continua la battaglia contro un altro male, forse più profondo da estirpare e che sicuramente sta facendo danni da più tempo: parliamo del virus dell’inadeguatezza, dell’improvvisazione, del “uno vale uno”, da alcuni chiamato anche “honestà!”.

Insomma ci siamo capiti: il problema è la classe politica – o almeno parte di essa – che sta gestendo il Paese in questo momento tanto drammatico quanto eccezionale. Qualcosa che sarebbe decisamente comico se non fosse che è in effetti decisamente tragico.
Parliamo del Ministro Di Maio, il giovanotto senza titoli di studio, senza esperienza lavorativa alcuna ed a tratti – tutto dimostrato e dimostrabile – anche senza congiuntivi.

E sicuramente pure con un pessimo inglese, ma evidentemente anche con un pessimo staff, altrimenti non si spiega quello che le agenzie stampa hanno battuto oggi. Tutto tronfio, infatti, il ministro comunica: “Un’altra buona notizia. Vi comunico che è stata sbloccata l’esportazione, dalla Germania e dalla Francia, di mascherine, tute e schermi facciali”. Fosse esattamente così sarebbe bello, ma le cose stanno diversamente.
La Germania, giorni fa, ha arbitrariamente bloccato un enorme stock di materiale sanitario acquistato dall’Italia direttamente in Cina. Il materiale infatti era stato fatto transitare, per mere questioni di spedizione, sul suolo tedesco.

Ecco, gli “amici” crucchi hanno pensato bene inizialmente di requisire il materiale. Poi, dopo lamentele del nostro governo, il suddetto materiale è stato sbloccato, ma – guarda il caso – è risultato introvabile, smarrito; tonnellate di roba persa. Alla fine – dopo pressioni anche dalla Ue– la Germania ha deciso di inviarcelo.

Ma qui non si parla assolutamente di esportazione, semplicemente si manda in Italia ciò che l’Italia ha acquistato dalla Cina.

Poi, come se non bastasse, il ministro dell’Economia di Berlino Peter Altmaier ha dichiarato candidamente in queste ore che il permesso all’esportazione di materiale deve essere dato “se è garantito l’approvvigionamento fondamentale per la vita nel Paese”. In parole semplici, i tedeschi prima si assicurano di aver materiale a sufficienza per il proprio popolo, a prescindere dalla proprietà del materiale che si trova sul loro suolo, poi in caso quel che avanza lo inviano gentilmente agli altri Paesi. Quando si dice “essere solidali”.

Inoltre la Germania non è l’unico caso. Infatti risulta che oltre 19 milioni di mascherine, acquistate all’estero dall’Italia e destinate al nostro Paese, sono state requisite dai paesi di origine e transito. I dispositivi erano stati acquistati da aziende italiane e sarebbero dovute arrivare nei prossimi giorni ma i Paesi in cui sono state prodotti e, in alcuni casi, quelli di transito, hanno bloccato l’arrivo in Italia, sequestrando i prodotti e destinandoli al loro mercato.

Qui però, ad onor del vero, le agenzie riportano un duro attacco del giovanotto alla Farnesina che recita più o meno una cosa tipo: maestra, non è giusto, non vale!
Ecco, già è ridicolo cercare la rivendicazione politica in questi momenti, se poi si rivendica successi che tali non sono, come d’altronde questo Ministro senza titoli ci ha abituato da mesi (vedi il reddito di cittadinanza, l’“abolizione della povertà”, il decreto dignità, il caso Libia, ecc), allora c’è da preoccuparsi seriamente. Il governo si faccia rispettare dai paese Ue, porti questa situazione all’attenzione dell’Europa, perché se non si è Europa ora, non lo si sarà più.

E magari il presidente del consiglio si impegni a limitare i danni, limitando il protagonismo di personaggi disperati in cerca di uno supplemento di notorietà per rattoppare l’enorme buco del proprio fallimento politico.

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