Giallo su Immuni: il Ministro manipola i rapporti della Commissione?

Le vicenda dell’appalto per l’applicazione di tracciamento sociale Immuni si tinge di giallo e assume contorni assai preoccupanti.
In più riprese ci siamo interessati alla questione, tentando di muoverci nei confusi meandri degli atti normativi e amministrativi che hanno portato la Società Bending Spoons ad aggiudicarsi il servizio, ebbene, le perplessità sin’ora sollevate avevano ad oggetto in buona sostanza la comunicazione poco chiara del Governo e del Commissario Arcuri in merito al funzionamento della app ed alla reale necessità di tracciare gli spostamenti dei cittadini per contenere il virus.
Ma ciò che destava ancor più preoccupazione era la disinvoltura con cui un organo straordinario, nominato sulla base di un atto amministrativo del Presidente del Consiglio, si fosse arrogato il diritto di gestire una vicenda delicata come quella relativa alla riservatezza ed ai diritti di libertà dei cittadini, agendo a suon di ordinanze e ventilando addirittura l’ipotesi di poter limitare gli spostamenti di chi non avesse ritenuto di scaricare il programma. Marcia indietro su questo aspetto, restava la irrazionalità di demandare a organi senza alcun ancoraggio democratico la possibilità di stabilire che l’unica via per contenere il virus potesse essere il tracciamento degli spostamenti e il non meno pressante interrogativo del perché si potesse derogare al codice degli appalti solo per Immuni, mentre per i ventilatori  le mascherine si seguitavano a rallentare le procedure di acquisto per rispettare pedissequamente la normativa ordinaria in materia.
Sulla faccenda già abbastanza spinosa, si aggiunge oggi un risvolto inquietante.
Le opposizioni, in particolare Fratelli d’Italia, hanno chiesto a gran voce che della questione si discutesse in Parlamento e per arginare la già evidente deriva autoritaria, sono state avanzate al Ministro interrogazioni e specifiche richieste di chiarimenti. In base a quanto si apprende anche da un articolo del Foglio di oggi, le audizioni e in particolare l’audizione in seno al Copasir, hanno pesantemente imbarazzato il Ministro pentastellato Paola Pisano, che è stata sostanzialmente costretta a mettere in chiaro una serie di atti che fino ad oggi aveva evitato di pubblicare.
Facciamo un passo indietro.
L’individuazione della App Immuni avviene a seguito della fast call indetta da Italia Innova, gruppo di lavoro interministeriale, che lancia un bando per ottenere soluzioni di telemedicina in grado di arginare il Covid 19. E’ noto che la procedura rapidissima si conclude con l’ordinanza del 16 aprile del Commissario Arcuri che affida appunto alla Bending Spoons, titolare dei codici sorgente di Immuni, l’implementazione del servizio.
Ma come si arriva all’ordinanza di Arcuri?
L’atto del Commissario si basa sulla comunicazione del ministro Paola Pisano, in data 10 aprile, indirizzata al Presidente del Consiglio Conte, con la quale il Ministro comunicava che la task force data driven incaricata dell’esame delle proposte pervenute aveva individuato nella App Immuni di Bending Spoons la soluzione migliore.
Tuttavia, dall’esame dei rapporti della task force, pubblicati solo dopo le richieste esplicitamente fatte durante le audizioni, si apprende che la task force non aveva dato affatto indicazioni nel senso di ritenere la App Immuni la migliore soluzione, aveva invece concluso l’esame delle proposte ritenendo necessario testare in parallelo sia Immuni che un’altra soluzione denominata CovidApp.
Il Ministro, dunque, ha fornito alla Presidenza del Consiglio indicazioni parziali, non ha riportato i risultati dell’analisi effettuata dai membri della task force incaricata, ai quali peraltro prima dell’accettazione dell’incarico aveva fatto firmare un accordo di riservatezza, che impediva in buona sostanza di rivelare fatti inerenti lo svolgimento del proprio servizio e infine ha orientato le decisioni del Commissario imponendo di fatto un soggetto che non era risultato il migliore in graduatoria.
Un atto gravissimo che dà conto, se ve ne fosse ancora necessità, dell’assoluta inadeguatezza di questo governo, per tacere di altro.
E dunque su un tessuto già intriso di illegittimità e di patente volontà di compressione dei diritti costituzionali, si innesta anche una sovrastruttura fatta di occultamento e di opacità, proprio come accadrebbe in un regime autoritario, che mistifica e manipola per garantire una facciata di legalità e di partecipazione a dei disegni preconfezionati nelle segrete stanze del potere, con buona pace degli ormai stantii proclami di Honestà a cinque stelle.

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