A Benjamin Franklin, uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti, è comunemente attribuita una frase: “Al mondo di sicuro ci sono solo la morte e le tasse”. Franklin è vissuto nel diciottesimo secolo e nella sua realtà una tale frase era corretta. Oggigiorno invece non è esaustiva, manca una certezza che accompagna la vita di tutti noi umani del ventunesimo secolo: la ricorrente, ripetitiva, noiosa minaccia fascista che politici e esponenti di sinistra paventano senza ragioni particolari. Da inizio dell’anno, il ritmo è forsennato: se ne contano di nuove ogni 48 ore. Quasi un hobby. Ad aggiungersi alla lista, Massimo Giannini. L’editorialista di Repubblica, non certo una new entry di questo speciale gruppo di eterni “impauriti”, ha scritto sui social: “C’è un’altra grande liberaldemocrazia, in Europa che considera la destra meloniana un pericolo per i valori dell’Unione. Purtroppo non è la nostra”. Ad accompagnare la disarmante didascalia, un’immagine: la copertina di un giornale francese di estrema sinistra, “Libération”, ritraente una Giorgia Meloni sguaiatamente sorridente che fa da sfondo a un titolo allarmato, più che allarmante: “Fascismo in Europa. Tutte le paure portano a Roma”.
Partiamo col dire che pubblicare il titolone di un giornale estero che oltre i nostri confini scredita così duramente un leader politico italiano, non è bello da vedere. Se poi il fango viene gettato per una presunta vicinanza dello stesso leader a metodi non democratici, dopo aver vinto con merito le elezioni nazionali, il quadro peggiora. Ma il fatto che rileva maggiormente è che la copertina postata da Giannini non è nuova: risale al settembre 2022, pubblicata all’indomani appunto della vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni. Dunque Giannini, in preda alla sua – a quanto pare – più grande ossessione, avrà trascorso probabilmente ore intere a cercare il giusto titolone straniero al solo fine di screditare il governo e poter dire: “Vedete, non lo dico solo io!”. Sui social l’ironia non è mancata: “Appena la annunciatrice TV comunica che nella trasmissione post TG ci sei tu, la gente cambia canale perché conosce già i tuoi interventi”, commenta un utente di X parlando della monotonia dei contenuti di certa sinistra.
Sta di fatto che “tutte le paure” di cui parla il giornale francese non si sono avverate: come anche tanti altri quotidiani internazionali, anche Libération si è ritrovato ingabbiato in quel racconto catastrofico che dalla sinistra italiana (e da personalità come Giannini) è partito per dipingere un’Italia in pericolo dal punto di vista democratico. Ma nel tempo è stato tutto smentito: nessun diritto violato, nessun isolamento europeo, ma anzi crescita economica e ottimi rapporti con gli alleati comunitari e internazionali. Se ne stanno accorgendo all’estero, ma se ne sono accorti soprattutto gli italiani: Fratelli d’Italia, da quelle elezioni del 2022, ha addirittura aumentato i consensi (cosa quasi mai vista per un partito di governo in Italia), restando stabilmente intorno al 30%. Lo conferma anche l’ultimo sondaggio Dire-Tecnè riportato da Fanpage: Fratelli d’Italia è dato al 29%, staccando di dieci punti i diretti avversari del Partito Democratico di Elly Schlein. E come se non bastasse, aumenta ancora il consenso per Giorgia Meloni, saldamente in cima alla classifica dei leader italiani più amati: stimata al 44% la sua preferenza, in crescita dello 0,2% in questa settimana. Indietro Giuseppe Conte, preceduto dal forzista Tajani, e fuori dal podio Elly Schlein. Come è chiaro, anche questa volta la favoletta sulla deriva totalitaria non attacca, ma anzi ha l’effetto contrario: Fratelli d’Italia cresce ancora e Giorgia Meloni, quella arcigna nemica della democrazia, è sempre più amata dagli italiani.