Un weekend a New York. Un regalo di compleanno per Ginevra, la figlia di Giorgia Meloni. Un volo di linea, come milioni di italiani. Tutto qui.
Eppure è bastato questo per scatenare la macchina del fango: insinuazioni su voli di Stato mai usati, incontri segreti mai avvenuti, complotti immaginari rilanciati da un’opposizione senza idee e da certi giornali sempre pronti a colpire.
Palazzo Chigi è stato chiarissimo: viaggio privato, nessun incontro istituzionale, voli di linea all’andata e al ritorno. Punto. E la premier ha annunciato querela contro chi ha diffuso menzogne.
Sui social Giorgia Meloni non ha nascosto amarezza e indignazione: «Ho scelto di fare ciò che considero il mio ruolo più bello e naturale: essere madre. Ho regalato a mia figlia un weekend per il suo compleanno. E anche questa scelta privata è stata trasformata in un’arma politica. Tutto falso».
Il post di Giorgia Meloni sui social
Visualizza questo post su Instagram
E allora la domanda è una sola: ma davvero siamo arrivati al punto di attaccare una madre per aver passato due giorni con sua figlia? Evidentemente sì. Perché la sinistra non sa più come colpire Giorgia Meloni: non con le idee, non con i programmi, ma con veleni personali e pettegolezzi da rotocalco.
La verità è semplice e spiazzante: Giorgia è la stessa, sia a Palazzo Chigi che accanto a sua figlia. E questo dà fastidio a chi ha perso il contatto con la realtà.
Se il meglio che l’opposizione sa fare è inseguire le vacanze private della premier, significa che ha davvero toccato il fondo.