Il momento clou di Fenix è arrivato. Sul palco sale Giorgia Meloni, accolta da una standing ovation, cori da stadio e applausi interminabili: “C’è solo un presidente!”.
“Non siete burattini, ma combattenti per l’Italia”
Giorgia Meloni apre con un ringraziamento sincero ai ragazzi che hanno organizzato l’evento, ricordando quando toccava a lei occuparsene: “Siete uno spettacolo! Questo evento è stato meraviglioso!”.
Poi affonda: “Vi chiamano gioventù meloniana per descrivervi come burattini. Ma se siete qui è proprio perché non lo siete. Non appartenete a me, ma all’Italia. Io sono solo una di voi, che combatte al vostro fianco”.
E aggiunge con orgoglio: “Siete una delle ragioni per cui vale la pena fare politica. Sono immensamente fiera dell’amore che mettete in tutto ciò che fate”.
Moralisti smascherati e il ricordo di Charlie Kirk
Meloni denuncia l’ipocrisia delle opposizioni: “Sapete dove è la malafede? Nessuno dei moralizzatori che hanno riempito le pagine di commenti su di voi, ha ritenuto di dover dire mezza parola su l’ignobile post pubblicato dai sedicenti antifascisti che esibiva l’immagine di charlie kirk a testa in giù con la scritta meno uno, e con una eloquente didascalia che recitava: a buon intenditore poche parole. Una minaccia di morte! Tutti zitti!” E tuona: “Non ci facciamo fare la morale da questa gente!”
Di Kirk ricorda la forza del messaggio: “Charlie Kirk faceva paura perchè smontava la narrazione del mainstream con la logica.” Ancora: “Dava voce a quella maggioranza di persone che la pensa come lui e che ha finito per sentirsi sbagliata.”
Coraggio e giustizia, la via della destra
Richiamando al titolo della festa, “Senza filtri”, Meloni spiega cosa significhi oggi avere coraggio: “Non avere paura di dire la verità”.
Rivendica con orgoglio le scelte del governo: il mantenimento della legge sul “Carcere duro” (41 Bis), il Decreto Caivano, la legislazione antimafia. E ricorda Falcone, Borsellino e Rosario Livatino (di cui ricorre oggi il trentacinquesimo anniversario della sua uccisione) come esempi virtuosi di un’Italia che combatte senza paura.
Poi risponde alle accuse della sinistra sul DDL Sicurezza: “Quali libertà avremmo limitato? Quella di occupare case? Quella di mandare i bambini a mendicare? Quella di insultare e aggredire le forze dell’ordine senza nessuna conseguenza? No, queste non saranno mai le nostre libertà!”.
Per la premier le vere libertà sono altre e negli anni erano state “compresse” dalla sinistra: sentirsi sicuri, poter lavorare, crescere i propri figli senza imposizioni ideologiche, permettere a una donna di non dover scegliere tra maternità e carriera.
Merito, scuola e lavoro: le battaglie del governo
Meloni rivendica il ritorno del “merito” come pilastro: “È l’unico vero ascensore sociale, purché ci sia uguaglianza alla partenza”.
Racconta la riforma dell’Esame di Maturità: “Se rifiuti una prova, vieni bocciato. La scuola deve insegnare che nella vita si va avanti solo mettendosi alla prova e rispettando le regole. Basta con la demeritocrazia!”
Sul lavoro, rivendica l’abolizione del Reddito di Cittadinanza: “Uno Stato giusto non deve mantenerti, ma chiederti di mettere a disposizione il tuo talento. Deve fare tutto ciò che può, per far esprimere ad ognuno il massimo delle sue potenzialità”.
E poi ribadisce: “Non è lo stato a decidere o imporre dove puoi arrivare, sei tu padrone del tuo destino”.
L’invito ai giovani: “Guardate in alto!”
Avviandosi alla conclusione, mette in guardia i ragazzi: “Sappiate distinguere tra ciò che è vero e profondo, e ciò che non lo è. Tutto ciò che brilla è una distrazione o una trappola, salvo il sole: perchè perchè per vederlo dovete rivolgere lo sguardo verso l’alto. E’ li che dovete guardare se volete fare qualcosa di grande nella vostra vita.”
Nel finale incalza: “Non adagiatevi, non accontentatevi, non commiseratevi. Guardate in alto se volete fare qualcosa di grande della vostra vita”. Cita Mark Twain: “Tra vent’anni non sarete delusi da quello che avrete fatto, ma da quello che NON avrete fatto”.
L’evento si chiude con un mare di magliette bianche, i militanti di Gioventù Nazionale che intonano l’inno nazionale. Una scena da pelle d’oca. Giorgia li abbraccia e li saluta.
Fenix consegna un’eredità chiara alla nuova generazione: la libertà si difende con la verità, il merito e il coraggio di chi non ha paura del confronto.
E, come ricorderebbe Tolkien: “Non spetta a noi dominare tutte le maree del mondo, ma fare ciò che possiamo con il tempo che ci è stato concesso”.